"Il mio compito è essere fedele alla
musica anima e corpo per trasmettere all'orchestra le
informazioni di cui ha bisogno. Quando canto mi sembra di
tornare bambina. Sul podio è diverso, devo essere un po' mamma e
papà". Barbara Hannigan, soprano tra i più richiesti al mondo e
ormai da più di dieci anni anche direttrice d'orchestra,
racconta così come vive il suo doppio ruolo alla vigilia dei tre
concerti che la vedranno dal 19 aprile protagonista a Santa
Cecilia. Il programma delle serate alterna il suo amato Haydn
con la Sinfonia n. 90 a Music for theatre di Aaron Copland, in
prima esecuzione all'Accademia, l'operetta e la musica da
balletto di Offenbach con Gaitè Parisienne e due canzoni di Kurt
Weill, Youkali e Lost in the Stars.
"Canto e dirigo solo per alcuni programmi - ha spiegato in un
incontro con il pubblico -. E la prima cosa che faccio è cantare
guardando l'orchestra, lo faccio per loro. I colleghi amano
questo mio atteggiamento e io cedo a ognuno di loro la
responsabilità di dirigersi. È come fare musica da camera, ma
con 70 o 80 elementi".
Pesa il confronto con il piglio e la gestualità di una
direzione d'orchestra maschile? "Non penso al genere quando
dirigo ma al confronto che si crea tra un musicista e l'altro.
Sul podio comunico da cuore a cuore, non ho mai considerato i
musicisti al maschile o al femminile. Soltanto lo strumento è
importante. Ogni musica ha una sua gestualità fisica diversa. È
la musica a stabilire come utilizzare e adattare il corpo".
Ci sono stati momenti difficili? "Soltanto una volta, otto
anni fa con una orchestra dura nei miei confronti. Già salendo
sul podio c'era qualcosa non andava. Poi mi è stato spiegato che
l'orchestra con le donne reagiva sempre così. Comunque, dirigere
è solo gioia, questo è il lavoro più bello del mondo".
Perché le donne che dirigono sono ancora poche? "Da bambina
non mi sono mai immaginata direttrice perché non avevo mai visto
nessuna donna sul podio, al massimo dirigevano il coro. Quando
avevo 20 anni ho cominciato a vederne, ho avuto insegnanti di
strumento e canto ma l'idea non mi aveva mai sfiorata. Dopo i 30
anni sono stati proprio alcuni musicisti a suggerirmi questa
strada, e questo mi ha colpito molto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA