Un piccolo incidente domestico,
ovvero la voglia di patatine fritte di un ragazzino, e tutto
precipita nella famiglia di Sylvie (Virginie Efira), madre di
due figli che lavora in un locale notturno a Brest. E lo fa nel
modo peggiore, ovvero lentamente e inesorabilmente. Questo il
plot di Niente da perdere della regista Delphine Deloget,
passato oggi alla 14/a edizione di Rendez-Vous e in sala dal 25
aprile con Wanted Cinema, che racconta un dramma sociale tanto
più terribile perché vero e riproducibile all'infinito.
Questa la storia. Sylvie è una donna separata della working
class che vive a Brest con i suoi due figli, Sofiane, il più
piccolo, e Jean-Jacques: i tre compongono un nucleo familiare
molto unito. Ma una notte Sofiane in casa da solo si ferisce
gravemente e la madre al lavoro, nonostante le molte telefonate,
non risponde all'ospedale. Sylvie viene così denunciata per
inadempienza nella cura dei figli e il bambino viene dato in
affidamento in attesa del processo.
Da qui una vera discesa agli inferi. Inizia infatti per lei
una lunga e dura battaglia amministrativa e legale per riportare
a casa suo figlio e dimostrare la sua capacità genitoriale di
fronte allo stato e al mondo intero. Per fortuna dalla sua parte
ha due fratelli molto solidali.
"Amo i registi che a inizio riprese indicano dei film utili
per entrare nello spirito di quello che si sta per fare. Tra
quelli consigliati c'era Qualcuno volò sul nido del cuculo,
soprattutto la scena in cui Nicholson si mette le mani in tasca
per non scattare e diventare furioso proprio come capita al mio
personaggio quando frequenta i servizi sociali che gli
impediscono di far tornare a casa suo figlio" dice a Roma
Virginie Efira, attrice e conduttrice tv belga naturalizzata
francese.
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