"Perché non provare a pensare che
cinque fascisti seduti in sala vedendo i film in concorso
riescano ad ampliare i loro orizzonti": così oggi Jasmine
Trinca, alla conferenza stampa della giuria del Festival di
Berlino di cui fa parte, ha replicato a una domanda su politica
e cinema.
E ancora l'attrice-regista romana in questo incontro, molto
declinato sulla politica: "Mi ritengo fortunata a condividere
questo tempo con gli altri giurati, perché ho la possibilità di
guardare le cose, il mondo, attraverso gli occhi di qualcun
altro, che penso sia la cosa più importante della vita. Ed è
anche un modo - aggiunge - per eliminare i confini in un mondo
troppo politico e per cercare di tenere gli occhi aperti.
Bisogna, insomma, 'rimanere umani' come diceva Vittorio
Arrigoni".
L'attrice affianca quattro colleghi registi (l'attore
statunitense Brady Corbet, la cinese di Hongkong Ann Hui, il
tedesco Christian Petzold, lo spagnolo Albert Serra) e la
scrittrice ucraina Oksana Zabuzhko. La presidente della 74/a
edizione della Berlinale è l'attrice, regista, produttrice e
autrice di bestseller Lupita Nyong'o, keniano-messicana.
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