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Raffaella Carrà, icona tra moda e mito

Raffaella Carrà, icona tra moda e mito

Biografia di Massimiliano Capella, direzione artistica di Iapino

ROMA, 18 novembre 2023, 13:02

di Patrizia Vacalebri

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Nel 1970, ho fatto 'Io, Agata e tu', dove ho chiesto tre minuti per esibirmi a modo mio, con la testa, i capelli, la libertà del corpo, cantare non solo con le corde vocali ma con tutto il corpo". Sembra di sentirla mentre annuncia il suo indimenticabile show dove balla e canta, caschetto compreso.
    Dolce ma testarda e visionaria. Una professionista che è rimasta nella nostra memoria. E' l'indimenticabile Raffaella Carrà, a cui è dedicata una biografia a cura del critico d'arte e moda Massimiliano Capella, ma con la direzione artistica di Sergio Iapino. Il volume comprensivo di tante immagini inedite della Carrà uscirà in libreria il 17 novembre, ma sarà presentato il giorno dopo, 18 novembre, nell'ambito di BookCity Milano, nella libreria Feltrinelli di piazza Piemonte, in un incontro che vedrà l'autore in dialogo con Sergio Iapino. "Raffaella era unica. Una donna forte, indipendente, grande professionista e allo stesso tempo di gran cuore, generosa e attenta - scrive Iapino nella prefazione del libro -. Ogni tanto scherzava dicendo di essere divisa in due: la Carrà del mondo dello spettacolo e la Pelloni della vita privata. Ho conosciuto entrambe, ma non ho mai trovato contrasti, contraddizioni tra le due. Raffaella riusciva a unire semplicità e rigore, divertimento e lavoro". "Un ruolo importante sin dall'inizio della sua carriera - ricorda Iapino - lo hanno avuto gli abiti di scena. Basti pensare all'indimenticabile pantalone a vita bassa del Tuca Tuca, nel lontano 1971. Raffaella partecipava attivamente alla loro definizione, ma per lei era anche un gioco, un gioco molto serio, certo, una passione. Era consapevole che i costumi erano fondamentali nella coreografia e dell'impatto che avevano sul pubblico. Ogni volta mi chiedeva se andavano bene, voleva una conferma, ma di fatto aveva già deciso". "Raffaella era consapevole di essere diventata un'icona per molti - prosegue - ma, pur essendone naturalmente orgogliosa, non ne faceva una bandiera. La divertiva sapere che grandi artisti internazionali a distanza di vent'anni avevano ripreso non solo i suoi successi ma anche il suo stile. Insomma, aveva anticipato i tempi. Eppure, quello che amava sottolineare, anche se sempre con la leggerezza e simpatia che la caratterizzavano, erano i traguardi che lei, donna, aveva raggiunto in un mondo dominato dagli uomini e rivendicare all'estero, dove era diventata molto popolare, il suo essere italiana". "Sono felice di essere stato coinvolto nella realizzazione di questo libro - conclude - perché è un omaggio, un tributo a una grande donna, la cui storia non va dimenticata e che, anche attraverso la moda e il costume, ha saputo affermare la sua identità e la sua straordinaria personalità".
    Il libro racconta lo stile Carrà, com'è nato e com'è mutato in stretta connessione con le rivoluzioni artistiche e di costume che hanno segnato la società contemporanea dagli anni Sessanta a oggi. Perché Raffaella Carrà è stata ballerina, cantante, donna di grande talento, generosa, progressista, e soprattutto libera.
    Grazie alla sua trasversalità e riconoscibilità, Raffaella Carrà ha infatti travalicato l'ambito professionale e la generazione di appartenenza e, come le grandi icone americane ritratte da Andy Warhol, anche Raffaella è diventata immortale e, proprio come un'opera d'arte, si colloca fuori dal tempo. La Carrà non è dunque solo una donna e un'artista poliedrica, ma, come ha ricordato il regista spagnolo Pedro Almodóvar, incarna un vero e proprio stile di vita. Come in un arcobaleno, ha interpretato tutti i colori, gli stili, le tendenze, trasformando la sua immagine in un simbolo di libertà, emancipazione e talento. La familiarità della sua immagine, la contagiosità della sua risata e l'iconicità del suo biondissimo e liscissimo caschetto biondo l'hanno trasformata in un potente simbolo di modernità e indipendenza, un'ispirazione per le donne che iniziavano il loro percorso di emancipazione tra gli anni '60 e '70.
   

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