Presentate oggi in Senato le "Linee
guida per il contrasto alla violenza di genere a partire dalla
scuola contro stereotipi di genere e cultura del possesso": sono
state redatte dalla Rete Educare alle differenze e si tratta - è
stato spiegato dalla senatrice Cecilia D'Elia che ha promosso
l'iniziativa - di uno strumento di lavoro nato da un percorso
partecipato che ha coinvolto insegnati, studenti, attivisti e
che offre alle scuole chiavi di lettura e di intervento per
affrontare situazioni concrete di violenza che possono accadere
nei contesti scolastici.
La dirigente scolastica Anna Foggia e il docente Alessio
Miceli hanno raccontato delle difficoltà della scuola a muoversi
nelle tante situazioni delicate che si presentano quasi
quotidianamente e della necessità di avere strumenti operativi
come queste linee guida.
"Non possiamo più accettare un approccio che tende a
sminuire il fenomeno per relegarlo a violenza generica, che
allude a responsabilità delle donne, non abbastanza attente o
non abbastanza brave ad educare i figli, che non riconosce la
cultura patriarcale", ha detto D'Elia, il quale ha chiarito
l'importanza di azioni strutturali e organiche in tutte le
scuole di ogni ordine e grado che prevedano impegni di spesa
("fino ad oggi - ha scandito - sono state fatte leggi anche
buone ma a costo zero").
E dunque le Linee guida si pongono come uno strumento di
lavoro a disposizione sia degli insegnanti che delle famiglie:
per primi l'occasione è per riconoscere e gestire i casi di
violenza, discriminazione e aggressione. Per le famiglie c'è un
decalogo per la ricerca di una scuola che 'sappia fare la
differenza'.
"Queste Linee non sono il portato di una mente fantasiosa;
sono uno strumento di lavoro che offre chiavi di lettura per
affrontare situazioni concrete che possono accadere a scuola.
Offre una ricognizione delle diverse situazioni che possono
verificarsi, una serie di indicatori da osservare per valutare
se quello che sta accadendo è violenza e cosa fare in tali casi
o non fare per non peggiorare la situazione", ha spiegato Monica
Pasquino, presidente della Rete Educare alle differenze.
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