(ANSA) - CASERTA, 07 DIC - Quarantotto Paesi in tutti i
continenti già serviti, tanto quelli che tradizionalmente, anche
per vicinanza geografica, amano i prodotti "made in Italy" come
quelli europei, Francia e Germania in primis, sia quelli più
lontani che stanno imparando ad amarli sempre di più, come
Giappone e Cina, ma anche esotici come le Isole Vergini o le
Bahamas. E presto arriveranno posti ancora meno immaginabili
fino a qualche anno fa, come Vietnam e Nuova Zelanda.
E' l'export a trainare il fatturato annuo di decine di
milioni di euro dell'azienda casearia Sorì, la cui
organizzazione aziendale è votata proprio a privilegiare le
esportazioni senza trascurare il territorio nazionale. Il 65%
della mozzarella di bufala dop e gli altri prodotti caseari di
Sorì vengono infatti inviati in tutto il mondo attraverso un
sistema di trasporti ormai collaudato, che rifornisce i marchi
della grande distribuzione alimentare e i ristoranti;
settimanalmente l'azienda è in grado di esportare quasi cento
tonnellate di prodotti caseari di alto livello qualitativo. Per
l'export extra-Ue il prodotto viene invece congelato nello
stesso stabilimento Sorì, per poi essere sistemato in container
che viaggiano su enormi navi; in Australia il prodotto arriva in
circa un mese.
Fino al 2014 i prodotti Sorì arrivavano anche in Russia, ma
con il primo embargo seguito all'annessione della Crimea del
2014 si bloccò il flusso commerciale. Fermo attualmente anche il
commercio con l'Ucraina, ma si conta di riprenderlo. Qualche
problemino con l'export si è registrato con il Brasile per via
di intoppi burocratici, o con gli Usa - dove Sorì è presente
soprattutto sulla costa Ovest - per i dazi dell'epoca Trump.
(ANSA).