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Da Scampia a Capodimonte, boom nuova scuola ceramica a Napoli

Da Scampia a Capodimonte, boom nuova scuola ceramica a Napoli

Il preside: "i giovani sono lontani, ma poi scoprono il fascino"

NAPOLI, 15 aprile 2024, 16:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"I giovani di oggi sono lontani dal tema dell'artigianato, sono attratti, affascinati da altre dimensioni. Il grande sforzo che facciamo è cercare di avvicinarli, perché una volta che arrivano da noi entrano in un mondo che li affascina e restituisce loro quel senso di bellezza, riflessione e calma ignoto a chi media tutto attraverso i social". Sono le parole di Valter Luca De Bartolomeis, preside dell'Istituto Giovanni Caselli, la nuova scuola aperta a Capodimonte che accoglie ragazzi spesso provenienti da quartieri difficili di Napoli, come Scampia, Secondigliano e Miano, che spiega così l'importanza della strada che questi ragazzi stanno percorrendo, quella dell'artigianato e della tradizione.
    "Le espressioni più note al mondo dell'artigianato napoletano - dice De Bartolomeis - sono proprio quelle della porcellana di Capodimonte. Noi oggi partiamo da questa storia secolare, una storia di eccellenza, con l'obiettivo di traghettarla verso il futuro, con la formazione dei giovani. La scuola Caselli è stata fondata nel 1961, sviluppando negli anni una sinergia con le aziende che unisce la filiera produttiva e la formazione. In particolare, a Capodimonte il focus è sulla porcellana dedicata alla tavola, che fa parte della tradizione partenopea. Con i giovani ora guardiamo allo stile contemporaneo, che si realizza però con la manifattura storica. Insomma, le nuove tecnologie ci sono, ma non vanno a invadere lo spazio del 'fatto bene a mano', come solo a Napoli sappiamo fare con la porcellana di Capodimonte".
    Si tratta di un impegno didattico, ma anche sociale, a beneficio di aree dove l'abbandono scolastico è molto alto, raggiungendo punte del 30%: "lavoriamo su un territorio - conferma De Bartolomeis - che ha un luogo magico come Capodimonte inserito in quartieri con realtà difficili: stiamo offrendo opportunità di formazione e di lavoro proprio a partire dai ragazzi di quei quartieri, con l'obiettivo ambizioso di ridisegnare l'economia e gli equilibri culturali e sociali del territorio". E il bilancio? "Sta andando bene - risponde De Bartolomeis - molti di questi ragazzi stanno avendo delle nuove opportunità. I giovani, in generale, non sono molto vicini al tema dell'artigianato. Quando cominciano a lavorare con le mani su un prodotto come la porcellana hanno un momento di sbandamento, di base non sono attratti. Però col tempo riusciamo a coinvolgerli, lavoriamo sulle difficoltà di partenza portandoli anche in giro per il mondo attraverso progetti Erasmus e collaborazioni con enti esteri. Li portiamo all'interno delle fabbriche con gli artisti, con i grandi architetti, con i grandi nomi con cui collaboriamo, e tutto questo li appassiona".
   

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