La Polizia ha eseguito a Potenza
tre arresti - due in carcere e uno ai domiciliari - nell'ambito
di un'inchiesta per peculato coordinata dalla Direzione
distrettuale antimafia in relazione alla gestione di un'agenzia
di onoranze funebri, denominata "Padre Pio società cooperativa",
già sottoposta a sequestro e ora in stato di "confisca
definitiva".
Le persone arrestate sono un uomo e una donna (padre e
figlia) e un avvocato, che ha svolto la funzione di
amministratore giudiziario dell'azienda. Oltre agli arresti, si
è proceduto "alla confisca diretta" di un somma pari a oltre 79
mila euro nei confronti di uno degli arrestati, condannato per
associazione per delinquere di tipo mafioso.
Secondo l'accusa, non era l'amministratore giudiziario a
gestire l'agenzia di onoranze funebri ma il principale indagato
e i suoi familiari: i profitti dell'attività finivano infatti
alla famiglia. Il sequestro dell'agenzia di onoranze funebri era
stato deciso anni fa proprio per sottrarla alla famiglia in
questione, che invece continuava a gestirla "con il consapevole
contributo dell'amministratore giudiziario", incassando
"consistenti importi di denaro versati da parenti, amici di
defunti e committenti di servizi funebri". In sostanza, è emersa
l'assenza di una "reale discontinuità gestionale". Padre e
figlia, inoltre, si sarebbero "appropriati illegittimamente di
consistenti somme di denaro effettuando, con tali somme,
successive operazioni speculative con investimenti,
intermediazioni e compravendite di pietre preziose, anelli e
orologi, di una serie di autovetture d'epoca, di lusso e di
grossa cilindrata, con intestazioni fittizie avvenute con il
concorso fattivo e determinante di altri indagati". Le indagini
hanno portato alla luce anche "condotte di inquinamento
probatorio oltre che di sottrazione di beni e veicoli
dell'agenzia di onoranze funebri".
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