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Carburanti:Greenpeace, 3 mld extra profitti per compagnie Ue

Carburanti:Greenpeace, 3 mld extra profitti per compagnie Ue

Da inizio guerra, solo in marzo in Italia 387,5 milioni di euro

ROMA, 07 aprile 2022, 10:46

Redazione ANSA

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Dall'inizio del conflitto in corso in Ucraina, secondo Greenpeace "le compagnie petrolifere hanno guadagnato almeno 3 miliardi di euro di extra-profitti dalla vendita di diesel e benzina in Europa", e solo in marzo, l'industria petrolifera ha incassato una media di 107 milioni di euro di entrate extra al giorno (94 dalla vendita di diesel e 13 da quella di benzina); in Italia le entrate extra delle compagnie petrolifere a marzo sono state in media di 387,5 milioni di euro, pari a 12,5 milioni al giorno (10,4 dalla vendita di diesel e 2,1 da quella di benzina)".
    Lo dimostra, spiega la ong, la nuova analisi commissionata da Greenpeace Central and Eastern Europe. "Sebbene i prezzi del greggio siano aumentati da gennaio a marzo di 19,38 centesimi di euro al litro, l'aumento più significativo ha riguardato i prodotti raffinati come il diesel, che ha registrato +30/31 centesimi al litro, e +36,52 alle stazioni di rifornimento - si legge nella nota - Anche i prezzi della benzina hanno seguito un trend simile ma più debole".
    "È inaccettabile - dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia - che mentre milioni di persone in Europa lottano contro l'aumento delle spese per carburante ed energia senza precedenti, le compagnie petrolifere stiano facendo salire i prezzi per trarre profitti record dalla guerra e dalla crisi energetica che loro stesse hanno contribuito ad alimentare". L'Unione Europea deve tassare questi enormi profitti, utilizzando le entrate ottenute per sostenere le famiglie più colpite e accelerare la transizione del settore dei trasporti verso forme di mobilità sostenibile e indipendente dal petrolio".
    Il governo italiano, ricorda l'associazione ambientalista, "ha già adottato una tassa sugli extra-profitti, che però deve essere migliorata perché è troppo timida (appena il 10% degli extra-profitti)". Greenpeace chiede inoltre alla Commissione Ue di "condurre un'indagine sui recenti aumenti dei prezzi dei carburanti per verificare che non siano dovuti ad accordi di cartello o di fissazione dei prezzi, e alle aziende dell'oil&gas di rendere pubblica l'entità degli extra-profitti accumulati".
   
   

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