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Responsabilità editoriale di ASviS
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Guarda la rassegna dal 10 al 16 luglio
L’ultima sessione plenaria del Parlamento europeo prima della pausa estiva è stata molto densa di novità importanti, con diversi atti relativi al Green Deal tra cui la proposta di legge europea per il ripristino della natura (come già anticipato nell’articolo del 12.7), la revisione della direttiva sull’efficienza energetica e sulle emissioni industriali, i regolamenti sull’ecodesign e sui materiali da costruzione, lo stato dell’Unione delle Pmi, una risoluzione di ampio respiro sugli insegnamenti tratti dal Covid-19 e raccomandazioni per il futuro (già oggetto dell’articolo del 14.7), l’esame della relazione della Banca europea per gli investimenti.
Approfondiamo di seguito i contenuti di alcuni di questi atti.
Il 12 luglio, il Parlamento ha adottato con importanti emendamenti la proposta di regolamento presentata un anno fa dalla Commissione europea (già illustrata in questa rubrica il 28.6.22). L’adozione apre la strada al confronto con il Consiglio per l’approvazione finale. Una volta approvato il regolamento europeo sarà applicabile a tutti i 27 Paesi membri dell’Ue senza nessun ulteriore passaggio nei diversi quadri normativi nazionali. Per questo motivo lo strumento legislativo in via d’approvazione come regolamento europeo è da considerarsi “legge” a tutti gli effetti.
Le norme del regolamento perseguono lo scopo di contribuire:
(a) alla biodiversità, alla resilienza e alla produttività degli ecosistemi in tutte le zone terrestri e marine degli Stati membri attraverso il ripristino degli ecosistemi degradati;
(b) al conseguimento degli obiettivi generali dell'Unione in materia di mitigazione, adattamento ai cambiamenti climatici, comprese la sicurezza alimentare, la transizione energetica e l'edilizia sociale, e neutralità in termini di degrado del suolo;
(c) all'adempimento degli impegni internazionali dell’Unione.
Negli impegni internazionali, l’atto adottato richiama l’Agenda 2030 e in particolare i Goal 14 “Vita sott’acqua” e 15 “Vita sulla Terra”, l’accordo della Cop 15 sulla biodiversità (Uncbd) di Montreal e Kunming che impegna a garantire che entro il 2030 almeno il 30% delle zone degli ecosistemi terrestri, idrici interni, marini e costieri degradati sia oggetto di un ripristino efficace, al fine di rafforzare la biodiversità e migliorare le funzioni e i servizi ecosistemici, l’integrità ecologica e la connettività. Nell’atto viene altresì ricordato che le Nazioni Unite, nella risoluzione del 1º marzo 2019, hanno proclamato il periodo 2021–2030 il decennio per il ripristino degli ecosistemi. Gli impegni internazionali richiamati includono la convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (Unccd) e il relativo programma per la neutralità in termini di degrado del suolo entro il 2030.
Gli emendamenti approvati dal Parlamento indicano che gli obiettivi di ripristino riguardano le aree degradate delle aree protette dei siti Natura 2000 e non tutte le aree del territorio dell’Ue in generale. Resta comunque fisso il target proposto dalla Commissione per ripristinare complessivamente al 2030 almeno il 20% delle zone terrestri e il 20% delle zone marine e, nella prospettiva entro il 2050, d’intervenire su tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino.
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Gli emendamenti del Parlamento precisano che le misure di ripristino devono creare sinergie ed essere coerenti con la legislazione vigente e in corso di esame, tenendo conto delle competenze nazionali, e garantire la coerenza con la legislazione dell'Unione in materia, tra l'altro, di energie rinnovabili, prodotti fitosanitari, materie prime critiche, agricoltura e silvicoltura. I piani nazionali di ripristino dovranno includere una panoramica dell'interazione con il piano strategico nazionale della politica agricola comune.
Una parte estesa relativa alla produzione di energia da fonti rinnovabili è integrata nella versione emendata dal Parlamento. Specificamente è chiesto agli Stati membri di coordinare l'elaborazione dei piani nazionali di ripristino della natura con la mappatura delle zone necessarie per il contributo nazionale per il conseguimento dell’obiettivo per il 2030 in materia di rinnovabili e, se del caso, con la designazione delle zone di accelerazione per le energie rinnovabili e delle zone della rete dedicata richiamando la relativa direttiva (Ue) 2018/2001.
La legge sarà attuata attraverso specifici piani nazionali di ripristino, prevedendo target e prescrizioni per diversi tipi di habitat terrestri e marini e per le aree urbane. Nel caso degli ecosistemi fluviali, gli Stati membri dovranno compilare un inventario delle barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali e individuare quelle da rimuovere, perseguendo l’obiettivo indicato nella Strategia biodiversità al 2030 dell'Ue di ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero entro il 2030. Tra gli articoli introdotti dal Parlamento troviamo anche l’obiettivo specifico di piantare tre miliardi di nuovi alberi al 2030.
Al fine di assicurare un incremento positivo della natura nell’Ue, il Parlamento indica che gli Stati membri si adoperano per garantire che la superficie nazionale totale in buono stato e la quantità totale della superficie con una qualità sufficiente degli habitat delle specie non diminuiscano significativamente nel tempo.
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Nella risoluzione sugli insegnamenti tratti dalla Covid-19, il Parlamento analizza l’argomento in maniera estesa e olistica (in oltre cento pagine) formulando dettagliate proposte e raccomandazioni. Nel quadro generale, il Parlamento chiede per l'Unione europea un ruolo più strategico, assertivo ed efficace nella salute globale, per prevenire e prepararsi a rispondere con efficacia alle future pandemie e alle relative conseguenze sociali ed economiche.
Il Parlamento tratta tra i diversi argomenti anche il tema della prevenzione, sottolineando che le malattie infettive di origine zoonotica emergenti come il Covid stanno diventando sempre più comuni e che il 75% delle malattie infettive umane sono di origine zoonotica. Insiste sul fatto che la Covid-19 ha chiarito inequivocabilmente che la salute umana, animale, vegetale e ambientale sono inestricabilmente interconnesse e devono essere affrontate in modo coerente e olistico, aderendo pienamente all’approccio "One Health”.
Ricordando che le cause alla base delle pandemie includono gli stessi cambiamenti ambientali globali che portano alla perdita di biodiversità e alla crisi dei cambiamenti climatici e che il rischio di pandemie può essere significativamente ridotto diminuendo le attività umane che causano la perdita di biodiversità, l'inquinamento e il riscaldamento globale, il Parlamento sottolinea che sono urgentemente necessari cambiamenti trasformativi in tutta la società e che il costo dell'inazione supera ed è ampiamente superiore a quello dell'attuazione di strategie globali di prevenzione delle pandemie.
Come proposta chiede l'istituzione di una task force europea trasversale dedicata all'approccio “One Health" per promuovere la ricerca transdisciplinare e la consulenza scientifica intersettoriale, sottolineando l'importanza della protezione degli habitat e della cura della salute degli animali, con particolare riguardo alle attività zootecniche e legate all’allevamento.
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Una parte estesa della risoluzione riguarda i pericoli legati dalla disinformazione, definita come una sfida in evoluzione che può influenzare negativamente i processi democratici e i dibattiti sociali che interessano tutti i settori strategici, minare la fiducia dei cittadini nella democrazia e scoraggiare la cooperazione e la solidarietà europee.
Il Parlamento raccomanda perciò di elaborare strategie supplementari per prevenire la diffusione inconsapevole di notizie false nei periodi di crisi e di contrastare gli effetti negativi delle "epidemie di informazioni”, sottolineando la necessità di investire nella formazione di giornalisti e scienziati pubblici con conoscenze in materia di comunicazione in situazioni di crisi.
Allo stesso tempo chiede anche di lavorare per la prevenzione proteggendo il diritto all'informazione e la libertà di espressione, sostenendo il pluralismo dei media e un giornalismo indipendente, richiamando specificamente la proposta relativa alla legge europea per la libertà dei media presentata dalla Commissione il 16.9.2022.
Nel contesto, il Parlamento chiede agli Stati membri di garantire la trasparenza all'atto dell'adozione delle misure in caso di crisi e a fornire ai cittadini informazioni e dati completi, aggiornati, esatti e obiettivi in merito alla situazione e alle misure adottate per controllarla, al fine di combattere la disinformazione che mira a screditare o distorcere le conoscenze scientifiche riguardo ai rischi per la salute.
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di Luigi Di Marco
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