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Segretario Commiss. A.Latina,rigenerare paese,via cause violenza

CITTA' DEL VATICANO, 01 settembre 2017, 18:30

Redazione ANSA

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(di Fausto Gasparroni) "Il processo di pace è un passo significativo, persino audace, che ha avuto prima di sé anni di trattative, di negoziazioni. Ma dico subito che concentrare lo sguardo sulla visita del Papa sul processo e sugli accordi di pace è già uno sbaglio". Guzman Carriquiry Lecour, avvocato e docente uruguayano, segretario incaricato della vicepresidenza della Pontificia Commissione per l'America Latina e in quanto tale il laico col grado più alto nella Curia vaticana, invita a guardare al viaggio di papa Francesco in Colombia, che ha contribuito a preparare e a cui parteciperà come membro del seguito, senza eccessive semplificazioni.
    "Il Papa - spiega conversando con i giornalisti - considera il processo di pace dentro un lungo processo di pacificazione del paese. E per pacificare il paese dopo più di 60 anni di violenza, con una cultura di violenza radicata a livello di tutto il popolo colombiano, ci vogliono sì queste negoziazioni verso accordi di pace che si possano realizzare, ma ci vuole un grande movimento di rigenerazione spirituale, di riconciliazione nella società colombiana. Ci vuole che le cause che generano la violenza siano affrontate. Il 50 per cento dei colombiani è sotto il limite della povertà. La cultura della droga, del narcotraffico, che avvelena la vita del paese. E poi gli accordi di pace non possono essere aperti alle ambizioni dei partiti politici: perché si rafforzino e si realizzino devono diventare obiettivo nazionale, suscitare la maggiore convergenza possibile al livello della società colombiana".
    Cosa ci si può aspettare, dunque, dalla visita? "Io aspetto che il Papa, per grazia dello Spirito Santo e della sua esperienza pastorale, sia capace di raggiungere il cuore di tutti i colombiani: è questo che spero. Che raggiunga il cuore di tutti i colombiani con il messaggio del Vangelo. Perché il Vangelo è la più grande forza rivoluzionaria di rigenerazione nazionale, di riconciliazione per la società colombiana. Io sono convinto - aggiunge Carriquiry - che è quello che aspetta il Papa. Perciò quando riduciamo la presenza del Papa a a soggetto politico ci sbagliamo completamente". Secondo il numero due della Pcal, "la Colombia è ancora una forte cristianità, piena di contraddizioni, una forte cristianità radicata nel popolo e allo steso tempo la nazione che vive una cultura della violenza una cultura della droga e del narcotraffico, una corruzione che serpeggia un po' ovunque, 60 anni di guerra, sfollati, rifugiati: un paese che vive una cristianità che vive tutte queste contraddizioni. Il Papa certamente va per richiamare questa cristianità della Colombia alla sorgente stessa che possa metterla in movimento per affrontare a fondo questi problemi. La sorgente stessa è chiedere a tutti i colombiani un incontra personale con Cristo che cambi la vita, che cambi la vita personale e familiare, che cambi la vita sociale. Certamente lì c'è il punto capitale".
    Per Carriquiry, "l'attesa della gente colombiana è sorprendente, impressionante. Da mesi tutti i giornali, tutte le radio, tutte le televisioni quotidianamente parlano del Papa. e credo che i colombiani sanno della vita del Papa, tutto.
    Assolutamente tutto. E' impressionante, e d'altro canto con un affetto con un rispetto con una devozione per la persona del papa del successore di Pietro che è papa Francesco che è impressionante Dunque sarà un abbraccio molto speciale di tutto il popolo colombiano al Papa".
   

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