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Festival di Cannes 2024, l'Italia vola con il ritorno di Sorrentino

Festival di Cannes 2024, l'Italia vola con il ritorno di Sorrentino

E poi Minervini, Favino giurato, Golino in cattedra e Bellocchio

12 maggio 2024

Redazione ANSA

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L 'Italia a Cannes vola, con il ritorno di Sorrentino © ANSA/EPA

 Parthenope di Paolo Sorrentino in concorso per la Palma d'oro e con un cast mirabile a salire la sera del 21 maggio la Montee des Marches con Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri, Silvio Orlando, Isabella Ferrari, Gary Oldman e il giovane cast con la protagonista Celeste Dalla Porta, Dario Aita, Daniele Rienzo, guida la squadra italiana al Festival di Cannes.
Un solo film italiano selezionato da Thierry Fremaux quest'anno tra i 22 per il Palmares, in una giuria presieduta dalla regista del fenomeno Barbie Greta Gerwig e con Pierfrancesco Favino, tra i nostri attori più internazionali, atteso in Maria di Pablo Larraìn, Napoli - New York di Gabriele Salvatores, progetti in predicato per la Mostra di Venezia. Un unico titolo, la Parthenope del premio Oscar - una co-produzione Italia-Francia, con i diritti americani appena presi dalla società mida A24 e su cui al Marché si scommette - per il quale c'è grande attesa. È la storia di una giovane bellissima, sfrontata, infelice, antropologa della vita che vuole provare tutto, simbolo femminile, trasfigurazione di Napoli in cui ogni cosa, l'alto e il basso, da sempre si mescolano e convivono.
A Valeria Golino, una pupilla di Cannes (come è ormai anche Favino) l'onore il 22 maggio del Rendez Vous, la masterclass nel programma ufficiale (gli altri prof 2024 si chiamano Meryl Streep e George Lucas) e l'anteprima mondiale di un episodio della serie che ha diretto, L'Arte della Gioia, con il talento ventenne Tecla Insolia protagonista delle sei parti Sky Original dal romanzo omonimo di Goliarda Sapienza (Einaudi), anche qui storia al femminile di un'avida di vita pronta a rubare tutto.
In concorso poi a Un Certain Regard, che accoglie le opere piu' sperimentali e di ricerca, I Dannati di Roberto Minervini che prova ad applicare il suo cinema documentario, in cui si ritrova l'umanità nel tutto, persone, natura, animali ad un primo film di finzione, ambientato durante la guerra di Secessione, un momento storico - ha spiegato il regista di Louisiana e Che fare quando il mondo è in fiamme? - in cui si trovano le radici dell'America di questi anni, la divisione tra Nord e Sud, la statalizzazione del cristianesimo e un prototipo di mascolinità tossica. Sarà in sala con Lucky Red dal 16 maggio in contemporanea con il Festival.
La squadra, i pochi ma ottimi, con le giovani generazioni a farsi largo, ha un nume tutelare senza pari, un grande vecchio (al netto delle accezioni politiche che si usarono all'epoca del terrorismo) come Marco Bellocchio, 84 anni, il cui Sbatti il mostro in prima pagina con Gian Maria Volonté, restaurato dalla Cineteca di Bologna per Cannes Classics, è datato 1972 ma ancora attuale, o meglio drammaticamente classico.
La selezione di Cannes certifica anche un'altra importante declinazione del sistema audiovisivo: la produzione o coproduzione. Sempre più i produttori italiani, indipendenti o legati a grandi major, colgono opportunità anche all'estero o si fanno promotori di progetti che per chiudersi hanno bisogno di tante voci. È il caso di The Falling Sky alla Quinzaine sul popolo dell'Amazzonia con la regia dei brasiliani Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha, e prodotto da Brasile e Italia con Donatella Palermo e Rai Cinema. Una potente testimonianza di Davi Kopenawa, sciamano e leader del popolo amazzonico Yanomami, quasi un anatema sui disastri dei nape, i bianchi civilizzati e sulle catastrofi ambientali derivanti dalla distruzione dell'ambiente. Il film è liberamente ispirato all'omonimo libro dello sciamano Yanomami Davi Kopenawa e dell'antropologo francese Bruce Albert, nato da una relazione trentennale tra i due.
Ed è il caso importante di Limonov, il nuovo film del dissidente russo in esilio Kirill Serebrennikov, anteprima mondiale in concorso, al 77/o Festival di Cannes, ispirato al bestseller di Emmanuel Carrère, pubblicato in Italia da Adelphi, con Ben Whishaw nei panni di Limonov e Viktoria Miroshnichenko in quelli di sua moglie Elena. Viaggio attraverso la Russia, l'America e l'Europa durante la seconda metà del XX secolo, è, seguendo il protagonista poeta-scrittore-rivoluzionario-terrorista, un affresco d'epoca spietato e senza sconti. Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, Fremantle con altri partner, uscirà in Italia distribuito da Vision.
L'Italia è in Marcello Mio in concorso, coproduzione Bibi Film e Lucky Red con Rai Cinema che nell'anno del centenario della nascita del grande Marcello Mastroianni è un omaggio anche della figlia Chiara, protagonista del film insieme alla madre Catherine Deneuve. Con loro Fabrice Luchini, Melvil Poupaud, Benjamin Biolay, Nicole Garcia e Stefania Sandrelli, che interpretano versioni in parte reali e in parte romanzate di se stessi.
Per completezza, alla Semaine c'è Asia Argento nel cast del francese Les reines du drame (Queens of Drama) di Alexis Langlois e Rolando Ravello in Rumors di Guy Maddin con Cate Blanchett nel Fuori Concorso. 

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