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Il 3 ottobre 2013 a Lampedusa la più grande tragedia dell'immigrazione

Il 3 ottobre 2013 a Lampedusa la più grande tragedia dell'immigrazione

Una strage di donne e bambini

LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 03 ottobre 2018, 14:07

Ruggero Farkas e Matteo Guidelli

ANSACheck

Le bare nell 'hangar di Lampedusa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le bare nell 'hangar di Lampedusa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le bare nell 'hangar di Lampedusa - RIPRODUZIONE RISERVATA

3 OTT 2013 - La tragedia inimmaginabile fino a pochi secondi prima divampa in un lampo come il fuoco che avvolge subito il ponte del barcone da dove centinaia di somali ed eritrei guardavano la costa vicinissima di Lampedusa, di fronte l'Isola dei Conigli, immaginando gia' di toccare terra. I migranti volevano segnalare la propria posizione incendiando una coperta ma le fiamme si sono propagate subito sul ponte dove giacevano 300 forse 500 persone. Ed e' stato subito l'inferno che ha scatenato la piu' grande tragedia dell'immigrazione: almeno 368 i migranti morti. Le persone salvate sono 155, tra cui sei donne e due bambini. Due donne incinte sono state trasportate a Palermo. Tre migranti, invece, sono stati ricoverati al poliambulatorio di Lampedusa. "Viene la parola vergogna: e' una vergogna! Uniamo i nostri sforzi perche' non si ripetano simili tragedie. " ha detto papa Francesco. Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ''Bisogna reagire e agire. Non ci sono termini abbastanza forti per indicare anche il nostro sentimento di fronte a questa tragedia''. Sul fondo del mare stanno lavorando i sommozzatori per cercare di recuperare altre vittime: sarebbero decine i corpi rimasti imprigionati nello scafo affondato a cinquanta metri di profondita'. Gli investigatori hanno gia' fermato il presunto responsabile di questa tragedia, un tunisino di 35 anni indicato come lo scafista del 'barcone della morte', che deve rispondere di omicidio plurimo e favoreggiamento.

L''inferno sull'acqua si e' scatenato verso le 5 del mattino dopo che gia' due barconi con oltre 460 persone erano stati soccorsi e portati a riva dalla guardia costiera. Nessuno si aspettava che il convoglio avesse un'altra unita' che era gia' giunta sotto costa. Quando le fiamme si sono propagate sul barcone i migranti presi dal panico si sono gettati in acqua, alcuni sono annegati subito, altri sono riusciti a rimanere a galla fino all'arrivo dei soccorsi: prima un natante con otto italiani che avevano dormito nella cala Tabaccara, poco dopo le vedette della guardia costiera e altri pescherecci. I somali e gli eritrei sopravvissuti al naufragio sono stati portati nel centro di accoglienza. Dice Giuseppe Noto, direttore sanitario dell'Asp: "Il viaggio era andato bene. I migranti stavano bene abbiamo trovato qualcuno disidratato e qualche altro infreddolito, ma stavano bene. E' stata una tragedia nella tragedia, questa carneficina quando ormai il viaggio era concluso".

I cadaveri, via via che venivano recuperati, sono stati deposti sul molo Favaloro, ormai diventato una camera mortuaria a cielo aperto per le vittime dei viaggi della speranza, e inseriti nei sacchi di plastica con cerniera, verdi e blu forniti dalla direzione dell'aeroporto. Sull'isola pochi turisti e molti abitanti dal molo di fronte il Favaloro sono andati a vedere i sacchi coi cadaveri. Lampedusa e' strapiena, i lidi hanno tutti gli ombrelloni aperti, gli alberghi non hanno camere libere, e i bagnanti si godono lo scampolo vacanziero forse senza sapere cosa avviene a pochi metri da loro. Dal pontile una staffetta di ambulanze con la sirena accesa precedute dalle gazzelle dei carabinieri ha portato i corpi nel enorme edificio blu dell'aeroporto che normalmente ospita gli elicotteri della Finanza e del 118. Sono stati portati li' anche due bimbi, un maschio e una femmina, di tre e due anni: molti operatori, militari, uomini delle forze dell'ordine non hanno potuto trattenere le lacrime guardando quei corpicini senza vita.

L'hangar della morte e' un capannone 40 per 40 alla fine della pista dell'aeroporto di Lampedusa, dove sono state deposte le 103 vittime finora recuperate. Sopra ogni sacco e' spillato un numero che servira' alla polizia scientifica per dare un nome ai migranti deceduti. I poliziotti hanno fotografato i volti di tutte le persone morte. I sacchi sono disposti a file doppie e seguono il perimetro dell'hangar dove sono stati accesi i climatizzatori e le pompe per l'aerazione per tentare di mantenere piu' bassa possibile la temperatura. Chi entra ed esce da questo luogo parla di ''sensazione indescrivibile''.

"Dolore e rabbia - aggiunge un testimone - sono le reazioni che si mischiano vedendo questi corpi a pancia all'aria deposti nei sacchi". Entrando nell'hangar, a sinistra, i primi cadaveri coperti sono quelli dei quattro bambini, anche loro sono chiusi negli enormi "sudari" di plastica. Dall'hangar, per rendere omaggio alle vittime, ha cominciato la sua visita a Lampedusa il vicepremier Angelino Alfano, accompagnato dal capo della polizia Alessandro Pansa, e poi raggiunto anche dal presidente della Regione Rosario Crocetta. Poi il ministro dell'Interno e' andato a trovare i sanitari che prestano soccorso ai migranti e a constatare le condizioni dei tre somali ricoverati. "Ho visto i corpi - ha detto Alfano - una scena raccapricciante, che offende l'Occidente e l'Europa. Spero che la divina provvidenza abbia voluto questa tragedia per far aprire gli occhi all'Europa".

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