(di Laurence Figà-Talamanca)
"E' partita l'operazione militare
per liberare Tripoli" dalle milizie filo-islamiche che dominano
la capitale dall'estate scorsa. Dopo i raid contro i jihadisti
di Ansar al Sharia, affiliati all'Isis, che ancora combattono in
alcune zone di Bengasi, nell'est del Paese, le forze di Khalifa
Haftar, l'ex generale "ricondotto" tra le file governative,
hanno annunciato l'avvio di "intensi bombardamenti" sulle
postazioni dei gruppi armati dell'operazione Alba (Fajr) nella
capitale.
L'annuncio dei raid è stato preceduto da un comunicato del
comando generale dell'esercito regolare libico sulla chiusura di
porti e aeroporti dell'ovest del Paese, da Tripoli a Misurata,
da Zuwara a Sirte, scali "usati dai terroristi estremisti".
"Qualunque aereo o imbarcazione si troverà nella regione -
avvertiva la nota ricevuta dall'ANSA - verrà considerato
nemico", e abbattuto.
Ma a ulteriore dimostrazione del caos politico e militare che
regna in Libia, è arrivata poco dopo la smentita del governo di
Abdullah al Thani, anche se Tobruk sostiene le forze regolari e
quelle di Haftar contro i "terroristi" che a Tripoli hanno
imposto l'esecutivo "parallelo" di Omar al Hassi, esponente dei
Fratelli musulmani, e riesumato l'ex Congresso nazionale libico.
"Le decisioni che riguardano cittadini e visitatori saranno
pubblicate ufficialmente dalle istituzioni dello Stato", si
legge nella nota del governo, l'unico riconosciuto dalla
comunità internazionale. Sul quale è piovuta la tegola della
decisione della Corte suprema di Tripoli, che lo ha dichiarato
illegittimo, così come il parlamento eletto a giugno.
Una sentenza che l'inviato dell'Onu in Libia, Bernardino
Leon, ha definito "ambigua", mentre esperti delle Nazioni Unite
ne stanno valutando "l'interpretazione" per poter dare uno
"status istituzionale" al Paese.
Primi segnali di un'imminente azione delle forze regolari a
Tripoli erano arrivati ieri con l'annuncio di un'incursione dei
servizi segreti libici nella casa del capo dell'operazione Alba,
Salah Badi, leader dei Fratelli musulmano. Secondo fonti
militari, nell'abitazione sono state trovate munizioni,
uniformi, valigie piene di esplosivo e una cintura da kamikaze.
E mentre la guerra tra est e ovest, tra forze governative e
milizie jihadiste, continua a destabilizzare e a insanguinare la
Libia, non si arresta neanche la fuga dalle violenze dei
cittadini libici - quasi 400 mila gli sfollati da maggio scorso
- e degli stranieri che tentano le rotte del Mediterraneo. Quasi
700 migranti sono stati soccorsi in acque libiche, in appena 48
ore, dalla nave Gregoretti CP920 della Guardia costiera
italiana.
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