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"Chiusi porti e scali ovest". Ieri blitz contro leader milizie

IL CAIRO, 22 novembre 2014, 20:39

Redazione ANSA

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(di Laurence Figà-Talamanca) "E' partita l'operazione militare per liberare Tripoli" dalle milizie filo-islamiche che dominano la capitale dall'estate scorsa. Dopo i raid contro i jihadisti di Ansar al Sharia, affiliati all'Isis, che ancora combattono in alcune zone di Bengasi, nell'est del Paese, le forze di Khalifa Haftar, l'ex generale "ricondotto" tra le file governative, hanno annunciato l'avvio di "intensi bombardamenti" sulle postazioni dei gruppi armati dell'operazione Alba (Fajr) nella capitale.
    L'annuncio dei raid è stato preceduto da un comunicato del comando generale dell'esercito regolare libico sulla chiusura di porti e aeroporti dell'ovest del Paese, da Tripoli a Misurata, da Zuwara a Sirte, scali "usati dai terroristi estremisti".
    "Qualunque aereo o imbarcazione si troverà nella regione - avvertiva la nota ricevuta dall'ANSA - verrà considerato nemico", e abbattuto.
    Ma a ulteriore dimostrazione del caos politico e militare che regna in Libia, è arrivata poco dopo la smentita del governo di Abdullah al Thani, anche se Tobruk sostiene le forze regolari e quelle di Haftar contro i "terroristi" che a Tripoli hanno imposto l'esecutivo "parallelo" di Omar al Hassi, esponente dei Fratelli musulmani, e riesumato l'ex Congresso nazionale libico.
    "Le decisioni che riguardano cittadini e visitatori saranno pubblicate ufficialmente dalle istituzioni dello Stato", si legge nella nota del governo, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale. Sul quale è piovuta la tegola della decisione della Corte suprema di Tripoli, che lo ha dichiarato illegittimo, così come il parlamento eletto a giugno.
    Una sentenza che l'inviato dell'Onu in Libia, Bernardino Leon, ha definito "ambigua", mentre esperti delle Nazioni Unite ne stanno valutando "l'interpretazione" per poter dare uno "status istituzionale" al Paese.
    Primi segnali di un'imminente azione delle forze regolari a Tripoli erano arrivati ieri con l'annuncio di un'incursione dei servizi segreti libici nella casa del capo dell'operazione Alba, Salah Badi, leader dei Fratelli musulmano. Secondo fonti militari, nell'abitazione sono state trovate munizioni, uniformi, valigie piene di esplosivo e una cintura da kamikaze.
    E mentre la guerra tra est e ovest, tra forze governative e milizie jihadiste, continua a destabilizzare e a insanguinare la Libia, non si arresta neanche la fuga dalle violenze dei cittadini libici - quasi 400 mila gli sfollati da maggio scorso - e degli stranieri che tentano le rotte del Mediterraneo. Quasi 700 migranti sono stati soccorsi in acque libiche, in appena 48 ore, dalla nave Gregoretti CP920 della Guardia costiera italiana.
   

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