Il crollo di Coopsette, colosso
cooperativo delle costruzioni, nel 2015 aveva coinvolto anche
Methis, divisione che progettava e costruiva pareti per uffici.
Nel 2007 vi lavoravano 190 persone, un anno da incorniciare con
35 milioni di fatturato. Sono 28 i dipendenti 'sopravvissuti'
oggi - scrive la Gazzetta di Reggio - nella grande fabbrica di
Campegine, nella Bassa reggiana: Paolo Bolondi, ex direttore
acquisti di Coopsette, è presidente al timone della scialuppa
che sta tentando di salvare il posto di lavoro al gruppo di ex
dipendenti.
Un primo gruppo di sei lavoratori ha deciso di passare dal
ricevere il salario a capire come generare profitti in prima
persona sfruttando un workers buy out. Lavoratori sull'orlo
della disoccupazione che hanno chiesto allo Stato l'anticipo
sulla Naspi (15mila euro a testa) per racimolare un capitale di
400mila euro investito poi per rilevare Methis. Il tutto sotto
l'egida di Legacoop, che tenta di risalire la china della
fiducia dando sostegno ai progetti di buy out.
"Senza di loro non ce l'avremmo fatta - dice Bolondi al
quotidiano - oltre ad aver raddoppiato il nostro capitale
sociale portandolo a 800mila euro tramite Coopfondi, Cfi e
Boorea, ci hanno aiutato a mettere insieme un piano di rilancio.
Il resto, oltre ai soldi della Naspi, ce lo stiamo mettendo noi.
Rischi compresi". Ma "siamo tornati a vivere lo spirito della
cooperazione originaria".
"Sapevamo - dice ancora Bolondi al quotidiano - che il 2017
sarebbe stato un anno in perdita: abbiamo avuto un ricavo di
600mila euro a partire da luglio. Anche il 2018 sarà un anno in
perdita, con ricavi a 3,5 milioni, ma il pareggio arriverà nel
2019 con un fatturato di 4,4 milioni con una perdita zero".
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