(di Francesco Bongarrà)
ETTORE MARIA COLOMBO, "PIOVE GOVERNO
LADRO" (EDIZIONI ALL AROUND, 348 PP., 18 EURO).
Un Dizionario di Politica della Terza Repubblica, senza
dimenticare le altre: è la definizione più giusta di "Piove
governo ladro", l'ultima fatica letteraria di Ettore Maria
Colombo. Davanti ad una politica italiana che cambia volto e
forma freneticamente, ma mantiene alcune costanti, alcuni miti e
riti che si perpetuano, nel modo di viverla, di usarla e anche
di comunicarla, è arrivata l'ora di mettere ordine tra le parole
più importanti e significative che hanno segnato la storia della
Repubblica, quella in corso, la cosiddetta 'Terza' Repubblica,
senza dimenticare le altre, la mitica 'Prima Repubblica' ma
anche la 'Seconda'.
La politica italiana, sostiene l'autore, è passata da un
linguaggio aulico e alto a modi di comunicare bassi e volgari,
ma non ha mai perso il filo di un discorso comunicativo che è
sempre stato, allo stesso tempo, ammiccante e forbito,
colloquiale e gergale ma anche ricco di richiami e suggestioni
storiche, alto e basso. La formula del 'dizionario' è la più
semplice e, insieme, la più utile per padroneggiare una materia
vasta e complicata come la politica italiana.
Il primo capitolo ("Tanto qui è tutto un magna magna") è
dedicato alle "Frasi fatte" e ai "Luoghi comuni" della politica,
quelle più recenti e più in voga. Si va da "aiutiamoli a casa
loro" (gli immigrati) ad "ammucchiata", dal rischio di "finire
come in Grecia" a "ce lo chiede l'Europa". Poi ci sono gli
slogan coniati dai politici. Matteo Renzi è diventato famoso per
aver inventato "asfaltare" come per gli altrettanto celebri
"gufi e rosiconi", "professoroni" e "pop-corn" o l'hastag
"enrico stai sereno". Il governo, "gialloverde" o "giallorosso"
è sempre "del cambiamento" ed è sempre guidato dall'"avvocato
del Popolo" (Giuseppe Conte), per dire dei termini più nuovi. Ma
non vanno dimenticati "bunga bunga", "cene eleganti", "discesa
in campo" e "contratto con gli italiani", "inciucio" e "teatrino
della politica" che hanno caratterizzato l'era di Berlusconi o
il "celodurismo" e "Prima il Nord" di Bossi. "Onestà! Onestà!",
"Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno" e la
strategia del "Vaffa" hanno segnato l'irrompere sulla scena di
Beppe Grillo e dell'M5S così come "E' finita la pacchia",
"sbruffoncella" e "zingaraccia" hanno caratterizzato il
predominio di Matteo Salvini che è passato dal "prima gli
italiani" a chiedere "pieni poteri".
Nel secondo capitolo, "Il Dizionario del Politichese",
vengono analizzati i termini, le definizioni e le parole più
astruse e oscure della Politica che sono passate indenni, pur se
a volte cambiando di significato e di riferimento, da un era
politica all'altra. Craxi si definiva "ago della bilancia" e
oggi lo dice di sé Di Maio. La "cabina di regia" si invocava ai
tempi del Pentapartito e lo si fa ancora oggi. La "politica dei
caminetti" si faceva ai tempi della Dc e non ha mai smesso di
farla il Pd. I "cavalli di razza" erano Fanfani e Moro, ma lo si
è detto anche di Salvini e Di Maio. Il "manuale Cencelli" si usa
sempre, per fare i governi. Le "convergenze parallele" di Moro
non sono mai passate di moda così come la "politica dei due
forni" di Andreotti. Il "Palazzo" di Pasolini equivale alla
"Casta" dei nostri giorni.
Infine, nel terzo capitolo, "Chi lo ha detto?", ci sono le
parole, le frasi più famose e i tormentoni dei più importanti
leader politici italiani dal dopoguerra ad oggi. Nenni era un
formidabile battutista ("Piazze piene e urne vuote", "la stanza
dei bottoni", il "vento del Nord"), Saragat resterà alla memoria
per "il destino cinico e baro", De Gasperi per il "discorso
della stanga" e Moro per il suo "non ci faremo processare nelle
piazze" mentre le battute fulminanti di Andreotti sono davvero
tante. Rino Formica ha coniato perle ("nani e ballerine",
riferita al suo PSI, e "la politica è sangue e merda"), Craxi
discorsi memorabili. Di Pietro ha inventato un modo di parlare,
il "dipietrese", e Bersani il "bersanese", linguaggi provinciali
ma sapienti, D'Alema folgorava l'uditorio con battute taglienti.
Berlusconi e Beppe Grillo, ma anche Umberto Bossi, hanno
collezionato iperboli, insulti e invettive di ogni tipo. Poi
sono arrivati Renzi, Di Maio e Salvini e hanno cambiato tutto.
Il linguaggio politico e il modo di comunicare della politica da
'alto', è diventato 'basso' così come da 'astruso' è diventato
'smart' e 'social'. Senza giudicare, ma con un pizzico di
ironia, il libro vuole aiutare a capire, e a ricordare, cos'era
e cosa è diventata la politica italiana.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA