Gli ibis sacri (Threskiornis
aethiopicus) reppresentano "una seria minaccia" per la fauna
autoctona del Delta del Po. Perchè sono predatori onnivori, si
nutrono di anfibi, crostacei, piccoli roditori, molluschi,
pesci, lombrichi, insetti nonché uova e pulcini di altre specie
di uccelli nativi come sterne, garzette, anatre, uccelli marini
e uccelli di palude. A lanciare l'allarme sulla presenza di
questo uccello di palude dal piumaggio bianco, becco e coda
neri, è Legambiente. La diffusione del volatile e di altre
specie invasive è stata al centro di un convegno a Comacchio
(Ferrara), di cui danno notizia l'associazione ambientalista e
l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale). Introdotto in parchi e giardini zoologici, l'ibis
si è poi naturalizzato con fughe o rilasci. "Ancora una volta è
stato l'uomo il responsabile della sua diffusione", spiega
Legambiente, insistendo sulla necessità di "corretta
informazione sui rischi legati all'introduzione di specie non
autoctone".
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