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Venezia, un giardino mistico agli Scalzi

Venezia, un giardino mistico agli Scalzi

Visite guidate a oasi verde a pochi passi dalla stazione

VENEZIA, 24 aprile 2017, 10:09

Redazione ANSA

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VENEZIA - Un giardino misterioso per dimenticare la Venezia dei turisti, la calca nelle calli e nei campi del centro storico, e calarsi inaspettatamente nel silenzio di un percorso di bellezza mistica. A proporlo sono i Padri Carmelitani della chiesa di Santa Maria di Nazareth, nota come 'degli Scalzi', a pochi passi dalla stazione ferroviaria.
    Hanno deciso di aprire le porte del giardino del complesso monumentale seicentesco, capolavoro del barocco veneziano, ispirato al carisma carmelitano e alla storia dell'Ordine, trasformandolo in un luogo di pace aperto a tutti, dove regna incontrastata la melissa, di cui viene distillata dal 1710 un'acqua venduta agli ospiti e citata anche dal Goldoni nella "Locandiera".
    Il giardino, restaurato per l'occasione in collaborazione con l'architetto Giorgio Forti, è aperto da aprile a ottobre e sino ad ora è stato visitato da 700 persone. A organizzare il percorso è un gruppo di volontari che si è reso disponibili a effettuare i percorsi guidati, raccontando le curiosità legate alle varie piante e ai loro poteri medicinali. "Sino ad oggi a varcarne la soglia - racconta una delle guide autorizzate, Alessandra Massignani - sono soprattutto gruppi di turisti italiani e stranieri, in prevalenza tedeschi, ma anche studenti delle scuole e residenti che non erano a conoscenza di questo piccolo 'tesoro' verde custodito in centro storico". Il brolo dei Carmelitani Scalzi è stato ridimensionato a metà Ottocento per l'insediamento della stazione ferroviaria, ma ha mantenuto alcune caratteristiche tipiche degli spazi aperti della tradizione monastica. "Conducendo gli ospiti all'interno di questo spazio vorrei si sentissero i 'protagonisti di un libro della natura' - spiega Massignani - perchè la natura, come affermava anche Baudelaire, è un tempio e ha colonne viventi.
    Il giardino diventa un luogo che permette di ritrovare la bellezza dell'anima, del potersi intrattenersi con il Signore e gustare la sua presenza".
    Il percorso è articolato in sette aiuole, un accostamento carmelitano allo scritto del "Castello Interiore" di Santa Teresa d'Avila, diviso anch'esso in sette dimore. La prima aiuola è un prato verde, che richiama la pienezza, la possibilità di stare tranquilli, di conversare, di giocare.
    Nella seconda è presente l'Orto delle erbe officinali, che rappresentano la purificazione del corpo per raggiungere Dio. È diviso in otto vasche suddivise in quattro settori, tra cui uno più grande dove è piantata la melissa, per un totale di 33 sezioni che corrispondono agli anni di Cristo. Nella terza aiuola, simbolo della Trinità, c'è l'Orto alimentare, dove vengono coltivati ortaggi e verdure. Un vigneto ricopre la quarta aiuola, in cui sono piantati 17 filari. Grazie al Consorzio Vini Venezia, che si è impegnato nel ripristino dei vigneti e nella manutenzione, i visitatori possono riscoprire una viticultura lagunare quasi scomparsa. Il frutteto dei gusti perduti, piantato nella quinta aiuola, è un invito alla generosità. L'orto degli ulivi rappresenta l'amicizia ed è il luogo dell'ultima grande tentazione di Gesù e inizio della sua Passione. La settima aiuola simboleggia, infine, il bosco, dove sono presenti grandi alberi.(ANSA)

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