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Sulla via dei Sanniti, da Campobasso a Termoli

Sulla via dei Sanniti, da Campobasso a Termoli

Tra le bellezze nascoste del Molise più agreste

03 ottobre 2016, 16:29

di Ida Bini

ANSACheck

La cattedrale di Larino - RIPRODUZIONE RISERVATA

La cattedrale di Larino - RIPRODUZIONE RISERVATA
La cattedrale di Larino - RIPRODUZIONE RISERVATA

CAMPOBASSO - Lungo gli antichi tratturi dell’Italia centro-meridionale si snoda un percorso, suggestivo e panoramico, che si inerpica sulle montagne degli Appennini molisani e arriva fino al mare: è la storica strada sannitica, voluta da Carlo III di Borbone per collegare il Regno di Napoli al Molise, e che oggi è diventata la strada statale 87. In terra molisana il tragitto parte da Campobasso, viaggia tra boschi e colline che nascondono casolari e chiesette di campagna e attraversa due grandi centri d’arte, Casacalenda e Larino; infine arriva a Termoli, in direzione Adriatico, ripercorrendo l’antica via d’erba dei Sanniti, che vivevano queste terre agresti e che lasciarono testimonianze artistiche e gioielli architettonici da scoprire. 

La città di Campobasso, dominata dal castello Monforte, si sviluppa su tre livelli ma è nella zona antica che meritano una vista le chiese romaniche di san Bartolomeo, dalle linee essenziali e con i bassorilievi realizzati da abili artigiani, e di san Giorgio, la più antica della città, edificata su un tempio pagano nel 1099, al cui interno si trova la statua di san Giorgio mentre infilza il drago con la sua lancia; è interessante anche la cattedrale con il suo originale porticato neoclassico. Prima di lasciare la città è bene recarsi nel Museo provinciale sannitico, che espone pregevoli testimonianze dell’antica civiltà che popolò il territorio.

Uscendo dal capoluogo si viaggia in direzione mare e, dopo una deviazione di dieci chilometri fino a Matrice, si scorge lungo la vecchia strada provinciale e isolata tra le colline la chiesa romanica di santa Maria della Strada, del XII secolo, la cui facciata è decorata da elementi rupestri che ricordano il passaggio degli animali sulla via della transumanza. Nella vicina Petrella merita una visita la chiesa di san Giorgio, gioiello d’architettura romanica, nascosto tra le vie del piccolo paese medioevale.

La strada prosegue fino a Casacalenda, borgo dominato dal massiccio del Matese che regala scorci e paesaggi mozzafiato: se d’inverno qui tutto è imbiancato per piacevoli sciate, in primavera e d’estate i sentieri invitano a passeggiate tra praterie e valli, tra grotte, laghi e sorgenti. La parte più antica del borgo è adagiata sulla collina mentre la zona medievale ha una singolare forma ellittica; qui, da visitare, ci sono il palazzo Ducale e una strada (che tutti chiamano “piazza”) con case signorili che ricordano una quinta teatrale. Nel centro del borgo, in corso Roma, qualche anno fa è nato il progetto Kalenarte che ha realizzato il museo all’aperto di Casacalenda con installazioni permanenti realizzate da artisti del territorio.

La strada sannitica riprende e percorre un vasto territorio senza centri abitati dove lo sguardo spazia su colline, vallate e dossi; dopo un’ottantina di chilometri si arriva a Larino, con un abitato d’epoca romana e un nucleo medievale. Tanti sono i gioielli architettonici da ammirare: l’anfiteatro con i mosaici, i palazzi e le ville nobiliari, le chiese e la cattedrale in stile romanico-gotico.

I tratturi molisani, come questo itinerario sannitico, seguono strade tortuose e scomode ma bellissime; per vivere da vicino queste strade esiste la possibilità di seguire i pastori nella transumanza, ossia nello spostamento stagionale degli animali, accompagnandoli in questo viaggio di altri tempi che permette di riscoprire sapori e tradizioni spesso dimenticate, come quelle di ammirare la lavorazione artigianale di campane e zampogne.

 

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