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Il genio di Lotto tra inediti e pale

Il genio di Lotto tra inediti e pale

Dal 3/12 a Bergamo anche un percorso tra tesori cittadini

BERGAMO, 29 novembre 2016, 09:03

Nicoletta Castagni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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BERGAMO  - Una mostra che prende le mosse da un capolavoro di Lorenzo Lotto rimasto nascosto per secoli, un itinerario cittadino alla scoperta dei tesori lasciati dal pittore veneziano nelle chiese più belle, in particolare in Santa Maria Maggiore dove è custodito il celebre coro ligneo: Bergamo celebra con una serie di iniziative dal 3 dicembre al 26 febbraio il grande maestro cinquentesco, errabondo e visionario, la cui modernità ancora non cessa di stupire e porre quesiti alla critica. Intitolato 'Lorenzo Lotto. Attraverso Bergamo', il progetto espositivo è stato ideato e portato avanti dalla Fondazione Accademia Carrara con la collaborazione di Comune di Bergamo, Diocesi e Luogo Pio Colleoni, con la curatela di Emanuela Daffra e Paolo Plebani. Il punto di partenza è l'opera inedita, che dopo studi approfonditi viene attribuita alla mano dell'artista, che nelle sue numerose peregrinazioni si stabilí a Bergamo (all'epoca territorio della Serenissima) dal 1513 al 1525.

   Ecco quindi che negli spazi dell'Accademia Carrara sarà allestita la mostra 'Un Lotto Riscoperto', focalizzata appunto sul capolavoro riemerso grazie agli studi da decenni fioriti sulla produzione del maestro veneziano. Si tratta della tarsia della 'Creazione', proveniente dal Luogo Pio Colleoni, creduta sinora una replica antica di quella che figura negli stalli del coro della Basilica di Santa Maria Maggiore. L'oggetto, di finissima esecuzione, viene ora proposto come una delle tarsie, attestate dalle fonti, che furono realizzate a titolo di saggio e direttamente profilate da Lotto. La mostra parte dunque da questo capolavoro ritrovato, legato a un'impresa come quella del coro, che rappresenta un apice dell'intera carriera di Lotto per lo straordinario universo narrativo e simbolico. Accanto alla tarsia saranno esposti due studi preparatori a inchiostro, realizzati per opere maggiori, uno dei quali inedito e di recente attribuzione. Il percorso espositivo proseguirà poi ponendo in dialogo alcuni dipinti di Lotto, appartenenti alle raccolte della Carrara, con altre opere provenienti da prestigiose collezioni internazionali, eseguite negli stessi anni. Dipinti straordinari come l'enigmatico 'Ritratto di Lucina Brembati' o le 'Nozze mistiche di Santa Caterina', prestito eccezionale di Palazzo Barberini, nel quale si ritrova quella felice vena narrativa e quella singolare attitudine a elaborare immagini non convenzionali, che caratterizza anche le spiazzanti soluzioni degli anni bergamaschi. Magnifico il 'Ritratto di giovane', mentre dal Museo Thyssen di Madrid arriverà il presunto Autoritratto. Ci sarà anche l''Assunta' di Celana, opera che dopo anni torna a essere protagonista di un'esposizione dedicata all'artista e che traspone su scala monumentale l'invenzione contenuta nella tarsia della Creazione.

   Altro momento dell'iniziativa bergamasca è il Lorenzo Lotto Tour (gestito dalla Fondazione Adriano Bernareggi), che permetterà agli appassionati, oltre all'ingresso al museo, la visita alle chiese che custodiscono i suoi capolavori. Grazie alla collaborazione della Diocesi di Bergamo, che ha garantito orari di accesso molto più estesi del normale, si potrà entrare in San Bernardino per ammirare l'omonima pala d'altare dipinta nel 1521, in Santo Spirito, dove è esposta la 'Madonna col Bambino', di poco successiva, e in San Bartolomeo, che costudisce la celebre Pala Martinengo. Chiude il percorso lottesco attraverso Bergamo, la visita (resa possibile dalla Fondazione Mia) al coro della Basilica di Santa Maria Maggiore. Una vicenda iniziata nel 1523, quando Lorenzo Lotto risiede a Bergamo, e sviluppatasi per diversi anni fino al suo rientro a Venezia. L'artista forniva le invenzioni e i disegni a Giovanni Francesco Capoferri, noto intagliatore bergamasco, che li traduceva in tarsie lignee. L'impresa dispiega tutta la potenza di Lotto narratore mostrando l'assoluta novità del racconto a tarsie figurate e non più prospettiche.

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