E' la città, intesa non solo come
agglomerato urbano ma come spazio aperto, luogo di condivisione
e incontro, la protagonista de I pesci non portano fucili,
mostra che il Macro Testaccio dedica ad Alfredo Pirri, dal 12/4
al 4/6, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Ludovico Pratesi.
In tutto 50 opere realizzate tra gli anni '80 e oggi, che
sotto quel titolo omaggio a The Divine Invasion di Philip K.
Dick, scandiscono gli elementi da sempre al centro della ricerca
di Pirri: spazio, colore e luce. Tra le opere, Quello che avanza
(2017), studio sulla lavorazione di un'opera composto da 144
stampe, tra cianotipia e uso di piume per impressionare la
pellicola. E La stanza di Penna (1999), con le copertine di
libri a creare uno skyline urbano; Gas (1990), che combina
elementi concettuali e minimalisti, evocando una materia
invisibile che attraversa e riempie spazi circostanti; e Prassi,
installazione site specific con pavimenti di specchi che si
frantumano sotto i passi dell'artista e dell'osservatore.
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