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Natale curioso nel mondo, dall'Irlanda alla Russia

Natale curioso nel mondo, dall'Irlanda alla Russia

Viaggio nelle tradizioni più insolite tra maschere terrificanti, lanci di scarpe e gatti famelici

15 dicembre 2016, 14:12

di Ida Bini

ANSACheck

Tradizioni curiose - il Caga To, piccolo tronco di legno cavo dipinto che porta doni ai bambini di Spagna e Portogallo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tradizioni curiose - il Caga To, piccolo tronco di legno cavo dipinto che porta doni ai bambini di Spagna e Portogallo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tradizioni curiose - il Caga To, piccolo tronco di legno cavo dipinto che porta doni ai bambini di Spagna e Portogallo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Superstizioni, riti pagani e tradizioni religiose si intrecciano nei singoli Paesi e nelle varie regioni del mondo per la celebrazione del Natale, dall’Avvento all’Epifania. Tra dicembre e gennaio è un tripudio di feste e di manifestazioni folcloristiche, che si svolgono in famiglia o in piazza: alle comuni rappresentazioni religiose si uniscono le tradizioni più curiose e strane.

Si comincia in Provenza il 4 dicembre, quando si festeggia santa Barbara, patrona dei minatori: il rito vuole che vengano seminati chicchi di grano e alcune lenticchie in un piatto ricoperto di muschio da annaffiare fino a Natale. E’ un rito di buon auspicio per il raccolto di primavera e per ottenere fortuna e abbondanza.

Il 6 dicembre, giorno di san Nicola, nei Paesi di lingua tedesca e del centro Europa si festeggia il santo protettore dei bambini che porta i doni la notte tra il 5 e il 6 dicembre. San Nicola è in competizione con il cattivo Krampus, un diavolo dalla spaventosa maschera in legno, pelli di animali e campanacci, che distribuisce carbone e sferza i passanti con fruste di rami. In alcune zone della Germania, invece, san Nicola riempie di doni le scarpe ben lucidate che i bambini lasciano sotto il letto.

Nei Paesi scandinavi la Riforma luterana e la proibizione del culto dei santi fece subentrare a san Nicola la figura di una giovane donna vestita di bianco con una corona di candele posta sul capo, poi identificata con santa Lucia e festeggiata in modo spettacolare il 13 dicembre. Qui, tuttavia, c’è un altro simbolo legato al Natale, presente in tutte le case scandinave: Yule Goat, una capra di paglia e stoffa rossa, portatrice di doni e simbolo di buon augurio. La capra nel Galles è un potente portafortuna: Mari Lwyd, un cavallo di pezza addobbato.

Per la vigilia di Natale esistono tante curiosità e stranezze: in Islanda Yule, un gigantesco gatto cattivo e famelico, divora chiunque non indossi abiti nuovi; è il gatto dell’orchessa Grýla che mangia i bambini cattivi: i suoi 13 figli, oltre a fare scherzi durante il periodo natalizio, portano doni ai bambini buoni.

In Repubblica Ceca le donne non sposate tirano di spalle una scarpa verso la porta di casa e, se la punta è diretta verso l’uscio, significa che si sposeranno entro l’anno. Per le ragazze in cerca di marito il 4 dicembre c’è anche l’usanza di immergere un ramo di ciliegio in un vaso: se fiorisce a Natale, il matrimonio è assicurato. Nei paesi dell’Est, in particolare in Bulgaria, al termine della cena si lascia il cibo sulla tavola sino all’indomani come offerta per gli spiriti dei defunti. E, a proposito di trapassati, in Lettonia danzatori e musicanti travestiti da mimi sfilano e suonano per le strade per cacciare gli spiriti maligni. E secondo la tradizione norvegese la notte della vigilia si nascondono tutte le scope per evitare che streghe e spiritelli le rubino e volino via.

Il giorno di Natale in Spagna, soprattutto in Catalogna, e in Portogallo si brucia il Caga Tío, un piccolo tronco di legno cavo che è stato dipinto, coperto e “nutrito” per tutto il mese di dicembre: il gesto è di buon augurio per le feste e per assicurarsi che Babbo Natale porti tantissimi doni ai bambini; la notte della vigilia, infatti, i più piccoli colpiscono il legno e cantano una canzone per vedere i regali uscire fuori dal tronchetto. Simili sono le statuette dei Caganers, presenti nel presepe: le curiose e divertenti statuette che defecano sono un formidabile portafortuna.

Nella tradizione ucraina si usa nascondere un ragno e una ragnatela finti nelle decorazioni dell’albero di Natale: il primo che li trova, viene premiato con un anno di buona fortuna.
Il 26 dicembre in Irlanda si festeggia il Wren day con un corteo di ragazzi con costumi colorati e maschere che sfila per le strade e balla il Céili, spettacolare danza di origine celtica.

In Russia, dove la Natività si festeggia il 7 gennaio secondo l’antico calendario giuliano, al posto del tradizionale Babbo Natale arriva Nonno gelo, Ded Moroz, vestito con un lungo abito blu o bianco e accompagnato dalla fanciulla della Neve; la notte di Natale i ragazzi vestono pellicce di montone rovesciate, si anneriscono il viso e vanno di casa in casa cantando inni natalizi e chiedendo in cambio dolci e regali. In Danimarca e in Norvegia, invece, il compito di portare i regali spetta ai folletti dispettosi Nisser che indossano pantaloni grigi, zoccoli in legno e un cappello a punta e che adorano fare scherzi; per ingraziarseli i bambini lasciano una tazza di porridge come offerta. Garante Baba, il Babbo Natale armeno, porta i regali ai bambini la sera del 5 gennaio, anche se si festeggia la Natività il 19 gennaio.

Anche nei Paesi dove il Natale si festeggia al caldo ci sono curiose usanze: a Caracas, per esempio, dal 16 al 24 dicembre si va in giro, e persino in chiesa, con i pattini a rotelle; in Colombia si festeggia il Natale il 7 e l’8 dicembre con el día de las velitas quando, sulle finestre e sui balconi, si accendono delle piccole candele o lanterne di carta. In Messico alla vigilia gruppi teatrali vanno di casa in casa, mettendo in scena piccole rappresentazioni della Natività e a mezzanotte, dopo la messa, i bambini rompono con i bastoni le pifiatas, pentole in coccio decorate, dove sono conservati dolci e frutti di stagione. In Brasile, accanto alle cerimonie religiose, ci sono riti pagani come l’offerta di fiori a Yemanja, la dea del mare e della prosperità.

In alcuni Paesi dell’Africa, invece, la sera della Vigilia le famiglie si riuniscono lasciando l’uscio di casa aperto per permettere a chiunque di unirsi ai festeggiamenti. Nei giorni che precedono il Natale gli uomini si esibiscono in danze e balli per strada con i volti coperti da grosse maschere di legno.

In Asia il periodo delle feste natalizie è ormai stato contaminato dalle usanze occidentali, ma è bene sapere, per esempio, che in Giappone il colore rosso simboleggia la morte ed è vietatissimo: è impossibile trovare, infatti, i tradizionali Babbo Natale con il vestito rosso e la barba bianca.

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