L'attività dell'uomo ha davvero segnato una nuova era geologica, quella dell'Antropocene: lo si evince da come ha inciso sulla diversificazione e sulla distribuzione dei minerali del Pianeta, con effetti tanto pesanti come non si vedevano da 2,2 miliardi di anni, ovvero da quando l'impennata dell'ossigeno nell'atmosfera terrestre ha prodotto i due terzi delle specie minerali oggi conosciute. A indicarlo è uno studio pubblicato su American Mineralogist dal gruppo di Robert Hazen, della Carnegie Institution for Science di Washington, che per la prima volta cataloga i 208 nuovi minerali derivati dall'attività umana.
Più di 200 specie prodotte dall'attività umane
''L'evoluzione dei minerali è continuata attraverso tutta la storia della Terra'', spiega Hazen. ''Ci sono voluti 4,5 miliardi di anni perché particolari elementi si combinassero naturalmente in luoghi specifici, a particolari profondità e temperature, per formare gli oltre 5.200 minerali oggi riconosciuti ufficialmente. La maggior parte di loro si è formata dopo la Grande Ossidazione, avvenuta 2 miliardi di anni fa''. Tra le 5.200 specie minerali conosciute, ''208 sono quelle prodotte direttamente o indirettamente dall'attività dell'uomo'', ad esempio in laboratorio o durante le attività estrattive. ''Si sono formate per lo più dalla metà del Settecento - ricorda il ricercatore - e crediamo che altrettante continuino a formarsi allo stesso ritmo. Per immaginare cosa sono 250 anni rispetto a 2 miliardi di anni, basti pensare alla differenza tra un battito di ciglia e un mese intero''.
Un esempio arriva dall'Italia
Di questi 208 nuovi minerali di derivazione umana, 29 contengono carbonio: un esempio arriva dall'Italia ed è quello della canavesite, trovata nelle miniere di Brosso vicino Torino. ''Detta in parole semplici - conclude Hazen - viviamo in un'era senza precedenti per la diversificazione dei composti inorganici. Se la Grande Ossidazione è stata un segno di punteggiatura nella storia della Terra, il rapido ed esteso impatto geologico dell'Antropocene è come un punto esclamativo''.
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