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Restaurato il telescopio di Schiaparelli, 'vide' i canali di Marte

Restaurato il telescopio di Schiaparelli, 'vide' i canali di Marte

La sua eredità nei nuovi strumenti a caccia di vita aliena

12 settembre 2017, 17:03

Redazione ANSA

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Il telescopio Merz-Repsold di Giovanni Schiaparelli dopo il restauro (fonte: Museo della Scienza e della Tecnologia 'Leonardo da Vinci ' di Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il telescopio Merz-Repsold di Giovanni Schiaparelli dopo il restauro (fonte: Museo della Scienza e della Tecnologia  'Leonardo da Vinci ' di Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il telescopio Merz-Repsold di Giovanni Schiaparelli dopo il restauro (fonte: Museo della Scienza e della Tecnologia 'Leonardo da Vinci ' di Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' tornato a risplendere così com'era più di un secolo fa, quando faceva sognare misteriose civiltà aliene: è il gigantesco telescopio Merz-Repsold da 7 tonnellate di Giovanni Schiaparelli, che alla fine dell'800 venne usato dall'astronomo nella cupola dell'Osservatorio di Brera per mappare la superficie di Marte. Uno strumento che allora era tra i più avanzati al mondo e che aprì le porte alla planetologia moderna, alimentando perfino il mito dei marziani con la scoperta di canali sul pianeta posso che soltanto in seguito si rivelarono frutto di un'illusione ottica.



Comprato per 250.000 lire (l'equivalente di circa un milione di euro attuali) nonostante le difficoltà economiche del Paese all'indomani dell'Unità, lo strumento è stato recuperato a partire dal 2010 grazie al lavoro di Arass-Brera (Associazione per il Restauro degli Antichi Strumenti Scientifici Onlus) e da venerdì 29 settembre, in occasione della Notte europea dei ricercatori, sarà esposto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

Questo telescopio ci ha lasciato una grande eredità, come spiega Gianpiero Tagliaferri, direttore dell'Osservatorio astronomico di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). "Con questo strumento, Schiaparelli ha sviluppato un nuovo metodo scientifico per studiare i pianeti, con mappe geografiche così accurate che ancora oggi hanno rilevanza e sono confrontabili con quelle moderne. Ha così aperto la strada alla planetologia moderna, che oggi sfrutta strumenti sempre più potenti per studiare i pianeti extrasolari e cercare tracce di vita: è il caso del telescopio ottico più grande al mondo, E-elt dell'Eso, che sta prendendo forma in Cile anche grazie ad un importante contributo italiano".

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