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Violente esplosioni nel lato nascosto del Sole

Violente esplosioni nel lato nascosto del Sole

Le ha viste il telescopio spaziale Fermi

02 febbraio 2017, 17:55

Redazione ANSA

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Osservati fasci di lampi gamma provenienti dal Sole (fonte: NASA 's Goddard Space Flight Center/Scott Wiessinger) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Osservati fasci di lampi gamma provenienti dal Sole (fonte: NASA 's Goddard Space Flight Center/Scott Wiessinger) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Osservati fasci di lampi gamma provenienti dal Sole (fonte: NASA 's Goddard Space Flight Center/Scott Wiessinger) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono state osservate per la prima volta violentissime esplosioni avvenute nel lato nascosto del Sole. Le ha viste il telescopio spaziale Fermi della Nasa, al quale partecipa l'Italia, i cui dati sono stati analizzati sotto la guida di Melissa Pesce-Rollins, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Pisa, e pubblicati sulla rivista Astrophysical Journal.


Il Sole, come tutte le stelle, 'borbotta' continuamente producendo periodicamente violentissime esplosioni come brillamenti e eruzioni che liberano grandi quantita' di particelle. Una parte di queste particelle si libera nello spazio, con la possibilita' di investire anche la Terra, ma la maggior parte di esse ricade sul Sole. "Queste particelle - ha spiegato Pesce-Rollins - si muovono lungo delle cosiddette linee di campo e grazie ai dati di Fermi abbiamo scoperto per la prima volta che le particelle possono compiere viaggi lunghissimi prima di ricadere sulla superficie solare".



Quando ricadono alcune delle particelle, accelerate lungo il percorso dai campi gravitazionali, si 'scontrano' con la superficie solare e producono lampi gamma, ossia le particelle ad altissima energia osservate dagli strumenti di Fermi. "Uno degli aspetti piu' interessanti dello studio - ha aggiunto la ricercatrice - e' che siamo cosi' riusciti a vedere fenomeni, brillamenti, avvenuti nella parte non visibile del Sole, sul retro". I lampi gamma osservati da Fermi, realizzato anche con il contributo di Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), erano infatti stati originati a ben 500.000 chilometri di distanza, in una zona in quel momento non visibile agli 'occhi' del telescopio.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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