La sonda Cassini si prepara ad una spettacolare serie di 'tuffi' negli anelli di Saturno, per 'assaggiarli' e studiarne la composizione. È la manovra che darà il via alla parte finale della missione, cominciata nel 1997 e della quale l'Italia è fra i partner. Il 30 novembre, sfruttando la spinta gravitazionale della più grande luna di Saturno, Titano, Cassini eseguirà la prima delle manovre previste nell'ultima fase della sua missione.
Durante l'anno gli ingegneri della Nasa hanno infatti lavorato per modificare l'orbita della sonda in modo da aumentarne l'inclinazione rispetto all'equatore e agli anelli di Saturno. Lanciata nel 1997, la missione Cassini, gestita da Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è entrata nel 2004 nell'orbita di Saturno e da allora ha compiuto osservazioni importantissime sul signore degli anelli e sulle sue lune. Dopo aver rilasciato la sonda Huygens sulla superficie di Titano, rivelandone lo straordinario paesaggio fatto di monti altissimi, fiumi e mari di metano, Cassini ha segnato altri traguardi storici nella storia dell'esplorazione spaziale inviando a Terra i dati che hanno permesso di scoprire l'oceano nascosto sotto i ghiacci di Encelado.
Tra il 30 novembre e il prossimo 22 aprile Cassini ruoterà intorno al pianeta, sopra e sotto i poli di Saturno, 'tuffandosi' ogni sette giorni per un totale di 20 volte in una regione inesplorata ai margini più esterni degli anelli principali. ''Abbiamo anche due strumenti che possono raccogliere campioni di molecole e di gas quando attraverseremo gli anelli, in un certo senso quindi li 'graffieremo'', spiega Linda Spilker, responsabile scientifico della missione Cassini per il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.
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