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Una pioggia di diamanti riprodotta in laboratorio

Una pioggia di diamanti riprodotta in laboratorio

Imita il cuore dei pianeti giganti

04 settembre 2017, 15:32

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica del nucleo di un pianeta gigante e della pioggia di diamanti prodotta al suo interno (fonte: Greg Stewart / SLAC National Accelerator Laboratory) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica del nucleo di un pianeta gigante e della pioggia di diamanti prodotta al suo interno (fonte: Greg Stewart / SLAC National Accelerator Laboratory) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica del nucleo di un pianeta gigante e della pioggia di diamanti prodotta al suo interno (fonte: Greg Stewart / SLAC National Accelerator Laboratory) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una pioggia di diamanti 'nata' in laboratorio per capire che cosa accade nel 'cuore' dei pianeti giganti del nostro Sistema Solare. Pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, l'esperimento è stato coordinato da Dominik Kraus, del centro tedesco Helmholtz e condotto negli Stati Uniti, presso l'acceleratore Slac (Stanford Linear Accelerator Center) dell'università di Stanford.

In laboratorio sono state riprodotte le incredibili pressioni che agiscono all'interno dei pianeti come Urano e Nettuno, così forti da comprimere carbonio e idrogeno fino a generare grandi quantità di diamanti. L'esperimento conferma per la prima volta quanto astronomi e astrofisici sospettavano da tempo, ossia che 'piogge' di diamanti possano formarsi a circa 8.000 chilometri di profondità, all'interno dei pianeti più esterni del Sistema Solare. Questo è possibile a causa delle condizioni estreme caratteristiche di questi mondi, il cui nucleo è avvolto da una sorta di 'poltiglia' ghiacciata formata da molecole di idrogeno unite a elementi leggeri, come carbonio, ossigeno e azoto.

Con l'aiuto di un potentissimo laser gli atomi di carbonio e quelli di idrogeni contenuti in uno strato di materiale plastico (polistirene) sono stati incorporati in diamanti delle dimensioni di alcuni miliardesimi di metro (nanometri), molto più piccoli di quelli che secondo la teoria si formerebbero all'interno di Urano e Nettuno.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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