Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Con le lacrime si può produrre elettricità

Con le lacrime si può produrre elettricità

Grazie a una proteina contenuta anche in saliva, latte e uova

05 ottobre 2017, 10:15

Redazione ANSA

ANSACheck

Basta esercitare pressione sui cristalli di lisozima per ottenere elettricità (fonte: Ricardo Avila, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Basta esercitare pressione sui cristalli di lisozima per ottenere elettricità (fonte: Ricardo Avila, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Basta esercitare pressione sui cristalli di lisozima per ottenere elettricità (fonte: Ricardo Avila, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi l'ha detto che piangere non serve a niente. Le lacrime, in realtà, possono diventare un'insospettabile fonte di elettricità: contengono infatti una particolare proteina che, solidificata sotto forma di cristallo, riesce a convertire l'energia meccanica (esercitata per esempio attraverso la pressione) in energia elettrica, proprio come fa il più noto materiale piezoelettrico, il quarzo. Presente anche nella saliva, nel latte e nell'albume d'uovo, questa molecola biologica potrà aprire la strada a nuove applicazioni, ad esempio per controllare il rilascio dei farmaci nell'organismo o per produrre speciali rivestimenti elettroattivi che proteggano le protesi dalle infezioni. Lo dimostra uno studio pubblicato su Applied Physics Letters dall'università irlandese di Limerick.

"I cristalli - spiega il coordinatore del gruppo di ricerca, Tofail Syed - sono lo standard di riferimento per misurare la piezoelettricità dei materiali non biologici”, usati ad esempio nei sonar e negli apparecchi a ultrasuoni per immagini. “Il nostro gruppo – continua l'esperto - ha dimostrato che lo stesso approccio può essere usato per verificare questo effetto anche in biologia. Si tratta di una novità, dal momento che finora si è provato a capire la piezoelettricità in biologia usando complesse strutture gerarchiche come tessuti, cellule e polipeptidi, invece che indagare i più semplici mattoni fondamentali".

Questo cambio di paradigma ha portato i ricercatori irlandesi a studiare il lisozima, una proteina molto comune che accelera particolari reazioni biologiche agendo da enzima. "La struttura dei cristalli di lisozima è nota in alta definizione fin dal 1965", ricorda il co-autore dello studio, Tewfik Soulimane. "Infatti è stata la seconda struttura proteica e la prima struttura enzimatica ad essere risolta, ma noi siamo stati i primi a usare questi cristalli per ottenere le prove della loro piezoelettricità".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza