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I futuri antibiotici progettati da un algoritmo

I futuri antibiotici progettati da un algoritmo

Per combattere i superbatteri

18 aprile 2018, 19:43

Redazione ANSA

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Sostanze capaci di combattere i superbatteri resistenti ai farmaci sono state progettate con l 'aiuto del computer (fonte: Ella Marushchenko, MIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sostanze capaci di combattere i superbatteri resistenti ai farmaci sono state progettate con l 'aiuto del computer (fonte: Ella Marushchenko, MIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sostanze capaci di combattere i superbatteri resistenti ai farmaci sono state progettate con l 'aiuto del computer (fonte: Ella Marushchenko, MIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Progettata con l’aiuto del computer la futura arma contro i superbatteri resistenti agli antibiotici: un algoritmo ha ricostruito l’evoluzione di questi microrganismi, rivelando i punti deboli contro i quali dirigere nuovi farmaci e i primi test sui topi sono stati positivi. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications e condotta da Massachusetts Institute of Technology (Mit) e Università Cattolica di Brasilia.

Coordinati da Cesar de la Fuente-Nunez, del Mit, i ricercatori hanno progettato al computer composti chimici (peptidi) artificiali con azione antibatterica che si sono rivelati, hanno affermato, “più potenti di quelli naturali già noti”. L'algoritmo utilizzato è in grado di mimare al computer i meccanismi dell’evoluzione. Riesce infatti a progettare migliaia di varianti dei peptidi, la cui efficacia viene poi sperimentata su differenti tipi di batteri, fino a individuare la sequenza più adatta.

“In questo modo - ha detto il coordinatore della ricerca - siamo in grado di esplorare molte più molecole rispetto a quanto sia possibile fare con lle tradizionali analisi manuali”. Gli studiosi sono partiti da una molecola estratta dai semi di alcune piante tropicali, che ha una leggera attività antimicrobica. Ne hanno poi modificato la sequenza, studiandone migliaia di possibili combinazioni alla ricerca di quelle più efficaci.

“Abbiamo individuato i 100 migliori candidati - ha spiegato la Fuente-Nunez - e li abbiamo sintetizzati in laboratorio, sperimentandoli sui batteri. Uno, in particolare, si è dimostrato efficace contro la crescita dei batteri, sia in laboratorio che sui topi. Il prossimo passo - ha concluso lo studioso - sarà provarne l’efficacia anche sull’uomo”.

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