Oltre 1 miliardo e 370 milioni di
euro. E' questa la cifra che nel 2023 i Comuni veneti sono stati
costretti ad accantonare in un apposito fondo a causa di crediti
che difficilmente verranno onorati da cittadini e imprese per
multe stradali, oneri di urbanizzazione, proventi derivanti dal
recupero dell'evasione, imu mai pagati. Lo rileva Spi Cgil
regionale analizzando i bilanci dei Comuni pubblicati da Mef.
Di fatto, la somma accantonata segnala alti livelli di evasione
e di elusione, favoriti anche dalle politiche di condoni e
rottamazioni che avvantaggiano i "furbetti". La situazione
appare nel 2023 ancora peggiore dell'anno precedente, quando i
crediti di dubbia esigibilità si erano fermati a quota 850
milioni e 280 mila, il 36% in meno. "I soldi sottratti ai Comuni
- osserva Nicoletta Biancardi, di Spi Cgil del Veneto -
sarebbero fondamentali per il welfare, per il sociale, per
l'assistenza alle persone fragili come gli anziani".
Dall'analisi emerge che, a fine 2023, il 42,7% dei crediti
attivi - che sono in totale circa 3 miliardi e 188 mila euro -
non entrerà (o entrerà solo in minima parte) nelle casse dei
Comuni veneti. Circa 37 milioni euro riguardano la provincia di
Belluno (il 18,8% dei crediti in essere, in media 187 euro
procapite ), poco meno di 369 milioni di euro quella di Padova
(il 56%, 395 euro a residente), circa 116 milioni sono relativi
alle amministrazioni del Rodigino (65,3%, mediamente 509 euro
per ogni abitante), 140 milioni e 600 mila euro a quelle della
marca trevigiana (40,4%, 160 euro procapite). E, ancora, nel
Veneziano, che detiene anche il record di crediti attivi, quelli
difficilmente recuperabili ammontano a 360 milioni (38,9% dei
crediti totali, in media 430 euro per ogni residente), nel
Veronese si supera quota 210 milioni di euro (44,6%, 226 euro a
cittadino), mentre il Vicentino registra un importo di 140
milioni (32%, in media circa 163 euro ad abitante)). A livello
di capoluoghi, Padova ha il "fondo crediti di dubbia
esigibilità" più ricco, con circa 226 milioni e 500 mila euro
accantonati a fronte di entrate per nulla certe. Al secondo
posto piazza Venezia con più di 167 milioni e 500 mila euro che
però ammontano a "solo" il 29,9% dei crediti attivi (560 milioni
di euro). Guardando invece alla media procapite, Rovigo è prima:
per recuperare gli importi di dubbia esigibilità ogni singolo
abitante, in media, dovrebbe sborsare 1.092,76 euro.
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