/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Manca oltre 1 miliardo a Comuni per sanzioni e tributi non pagati

Manca oltre 1 miliardo a Comuni per sanzioni e tributi non pagati

Analisi della Spi Cgil Veneto su dati Mef

VENEZIA, 07 agosto 2024, 12:32

Redazione ANSA

ANSACheck
© ANSA/EPA

© ANSA/EPA

Oltre 1 miliardo e 370 milioni di euro. E' questa la cifra che nel 2023 i Comuni veneti sono stati costretti ad accantonare in un apposito fondo a causa di crediti che difficilmente verranno onorati da cittadini e imprese per multe stradali, oneri di urbanizzazione, proventi derivanti dal recupero dell'evasione, imu mai pagati. Lo rileva Spi Cgil regionale analizzando i bilanci dei Comuni pubblicati da Mef.
    Di fatto, la somma accantonata segnala alti livelli di evasione e di elusione, favoriti anche dalle politiche di condoni e rottamazioni che avvantaggiano i "furbetti". La situazione appare nel 2023 ancora peggiore dell'anno precedente, quando i crediti di dubbia esigibilità si erano fermati a quota 850 milioni e 280 mila, il 36% in meno. "I soldi sottratti ai Comuni - osserva Nicoletta Biancardi, di Spi Cgil del Veneto - sarebbero fondamentali per il welfare, per il sociale, per l'assistenza alle persone fragili come gli anziani".
    Dall'analisi emerge che, a fine 2023, il 42,7% dei crediti attivi - che sono in totale circa 3 miliardi e 188 mila euro - non entrerà (o entrerà solo in minima parte) nelle casse dei Comuni veneti. Circa 37 milioni euro riguardano la provincia di Belluno (il 18,8% dei crediti in essere, in media 187 euro procapite ), poco meno di 369 milioni di euro quella di Padova (il 56%, 395 euro a residente), circa 116 milioni sono relativi alle amministrazioni del Rodigino (65,3%, mediamente 509 euro per ogni abitante), 140 milioni e 600 mila euro a quelle della marca trevigiana (40,4%, 160 euro procapite). E, ancora, nel Veneziano, che detiene anche il record di crediti attivi, quelli difficilmente recuperabili ammontano a 360 milioni (38,9% dei crediti totali, in media 430 euro per ogni residente), nel Veronese si supera quota 210 milioni di euro (44,6%, 226 euro a cittadino), mentre il Vicentino registra un importo di 140 milioni (32%, in media circa 163 euro ad abitante)). A livello di capoluoghi, Padova ha il "fondo crediti di dubbia esigibilità" più ricco, con circa 226 milioni e 500 mila euro accantonati a fronte di entrate per nulla certe. Al secondo posto piazza Venezia con più di 167 milioni e 500 mila euro che però ammontano a "solo" il 29,9% dei crediti attivi (560 milioni di euro). Guardando invece alla media procapite, Rovigo è prima: per recuperare gli importi di dubbia esigibilità ogni singolo abitante, in media, dovrebbe sborsare 1.092,76 euro.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza