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Biennale: Sgarbi, Cerizza e Bartolini da soli non sono l'Italia

Biennale: Sgarbi, Cerizza e Bartolini da soli non sono l'Italia

"Il nostro Padiglione deve tornare al centro della mostra"

ROMA, 04 ottobre 2023, 15:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'Italia alla Biennale dovrebbe essere rappresentata da una "pluralità" di artisti e non da un singolo scelto dal curatore designato, che è Luca Cerizza: "Questo signore che ha vinto sembra che abbia scelto il solo Massimo Bartolini, ma io non voglio credere che la mia Italia sia quella che sceglierà questo curatore e credo che non sia neppure l'Italia di Sangiuliano". Lo dice il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, commentando la nomina del prossimo curatore del Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia.
    "Ho parlato a lungo ieri con il ministro il quale avrebbe voluto comunicare oggi il nome del curatore: dalle indicazioni che ho avuto sul suo progetto non ho capito assolutamente niente ma ritengo che il nostro principale obiettivo sia di evitare di avere un padiglione tipo quello di Tosatti, cioè di uno solo che fa quello che vuole. La Biennale si svolge ogni due anni e gli italiani sono tanti, sono fotografi, cultori di fumetto, designer e tanto altro.." Per Sgarbi, inoltre, il padiglione italiano dovrebbe essere quello centrale, nei giardini: "Senza essere nazionalisti, dico che siamo un paese importante per l'arte ed abbiamo un Padiglione che sta nel buco dell'universo: è un padiglione bello, io stesso a suo tempo l'ho caricato di tante opere, ma viene dopo Malta e dopo l'Indocina… Invece dove c'è l'Inghilterra, la Francia, la Spagna l'America noi non ci siamo.
    Mi pare che l'essere lì, dove eravamo, significherebbe essere la centro del mondo, come deve essere". Il sottosegretario critica, inoltre, le procedure concorsuali per la scelta del curatore. Come ministero, "non capisco perché possiamo nominare un direttore generale e invece dobbiamo fare un concorso a 70 persone per il Padiglione Italia? Se hai un'idea dell'Italia puoi fare delle scelte, valutarle con un curatore, con un direttore generale che è Commissario: in un percorso così tu hai un Padiglione che rappresenta il ministero.
    Se invece devi passare attraverso un concorso e loro sono costretti a valutare 70 persone, che poi diventano 10 e poi tre, la procedura crea un effetto per cui quello che alla fine ha la Biennale in mano fa una mostra a casa sua".
   

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