"Producendo film, il nome di Saint Laurent è ancorato nel tempo. Quando viene messa su una campagna pubblicitaria di moda, è così veloce che un mese dopo, ce ne dimentichiamo", ha detto Anthony Vaccarello il designer belga di Saint Laurent con la passione per il cinema. E' il direttore artistico della Saint Laurent Productions, la società costola della maison di moda che è stata la prima a lanciarsi nel finanziamento cinematografico. Oggi il primo dei tre film di Saint Laurent in concorso a Cannes: Emilia Perez di Jacques Audiard, Parthenope di Paolo Sorrentino, The shrouds di David Cronenberg. L'idea, che ha preso il via un anno fa con il corto western queer di Pedro Almodovar, Strange Way of Life con Pedro Pascal ed Ethan Hawke, ha una doppia valenza ossia diversifica rispetto al puro fashion e ha un ritorno di visibilità sul pubblico cinematografico oltre a creare spesso i costumi del casting o i pezzi iconici. Come accade in Emilia Perez con un abito sirena rosso che indossa la coprotagonista Zoe Saldana.
Lo stilista belga e ora produttore, che si autodefinisce cinefilo, fan di Pasolini o Fassbinder, ha scelto lui stesso i registi, tra i nomi grandi del cinema e ha chiesto di essere associato fin dalla fase di scrittura della sceneggiatura.
Vaccarello dice di voler "collaborare anche con giovani registi" in futuro.
Il marchio di moda fondato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé appartiene dal 1999 al gruppo Kering, il colosso del lusso di François-Henri Pinault ed è uno dei partner storici del festival di Cannes dove ha il premio Women in Motion, che premia donne che si evolvono e si distinguono nel mondo del cinema. Pinault e la moglie messicana Salma Hayek sono alla premiere mondiale di Emilia Perez.
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