Un quartiere fieristico di oltre
100mila mq netti, 17 padiglioni pronti a diventare il più grande
centro b2b internazionale del vino italiano e non solo, con più
di 4mila aziende in rappresentanza di tutto il made in Italy
enologico e da oltre 30 nazioni. Vinitaly 2023, il salone
internazionale in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile,
rinsalda il proprio posizionamento business e di servizio a
sostegno di uno dei settori tra i più strategici dell'export
tricolore.
"In questo momento di grande cambiamento, tra sfide e
opportunità Vinitaly - rileva Federico Bricolo, presidente di
Veronafiere - rimane un brand globale di promozione, in grado di
generare nuovi sbocchi. Infatti, nel corso delle 13 tappe
realizzate tra Europa, America e Asia abbiamo toccato con mano
l'ulteriore potenziale sia sulle piazze più consolidate sia su
quelle emergenti". Per l'ad Maurizio Danese: "l'ascolto delle
imprese italiane è stato fondamentale per il varo dei prossimi
Vinitaly. Non è un caso, se i Paesi protagonisti nel Roadshow
sono nella top 10 degli obiettivi di mercato dei nostri
espositori. Così come la scelta di presidiare sempre di più
l'Asia: Cina, Giappone, Sud Corea ma anche Singapore, Hong Kong,
Vietnam e altri sommano infatti il 20% dei prossimi target
internazionali delle imprese italiane del vino. Un'area
emergente - dice - che con la Cina segnerà il grande ritorno a
Verona, grazie a una selezione di oltre 100 top Buyer del
Dragone, tra gruppi dell'horeca, principali importatori e player
dell'e-commerce. Ma l'evoluzione quali-quantitativa della
domanda estera riguarderà ovviamente tutti i mercati di sbocco
ed emergenti, dagli Usa al Canada, dalla Corea del Sud passando
per il Vecchio Continente fino al Sud America con la previsione
di incrementare i top buyer del 40% sul 2022".
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