Alla vigilia della Festa dei
lavoratori, in Valle d'Aosta sono 163 le denunce all'Inail di
malattia-infortunio sul lavoro da nuovo coronavirus al 27 aprile
scorso. "L'85 per cento provengono da strutture ospedaliere o
per anziani" - quindi medici, infermieri e oss dipendenti di Usl
o Unités des communes - spiega Giuseppe Villani, direttore della
sede regionale di Aosta dell'Inail. "Per la maggior parte si
tratta di lavoratori di sesso femminile" che, in particolare tra
gli operatori socio sanitari, sono la quota più rilevante.
Inoltre "nessuna" delle vittime da Covid-19 in Valle d'Aosta "è
un assicurato Inail".
"Una circolare Inail - spiega Villani - afferma che solo per
tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari c'è una
presunzione di contagio sul posto di lavoro. Per tutti gli altri
assicurati occorre invece l'accertamento previsto per gli
infortuni, tramite questionari somministrati al lavoratore e al
datore di lavoro". Per il restante 15 per cento "manca ancora la
denuncia di infortunio del datore di lavoro", che quindi resta
al momento sconosciuto (è arrivato soltanto il certificato del
medico).
Nel primo trimestre 2020 in Valle d'Aosta gli infortuni
complessivi sono calati del 12 per cento rispetto allo stesso
periodo dell'anno scorso (da 385 a 338), a fronte di una
diminuzione in Italia da 157 mila a 130 mila denunce (-17 per
cento). Su questo calo "ha inciso il lockdown scattato da marzo,
sarà interessante il dato da maggio", sottolinea Villani.
Restano zero gli infortuni mortali in Valle d'Aosta (come nel
primo trimestre 2019), mentre in Italia sono calati del 21 per
cento.
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