In merito all'impatto dell'alluvione di fine giugno sugli impianti gestiti dalla Cva, "è stato presentato un quadro lacunoso ed edulcorato della situazione".
Lo sostiene Rete Civica commentando le dichiarazioni dei vertici dell'azienda - che opera nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ed è posseduta al 100% da Finaosta - "visto che a oltre un mese di distanza dall'evento alluvionale vari impianti sono ancora fermi o con produzione ridotta".
"Particolarmente sottovalutata - si legge in una nota - appare la situazione della centrale idroelettrica di Valpelline, la più grande di tutta la Valle. L'attività produttiva infatti non sembra essere stata fermata in tempo e questo ha fatto sì che si ostruisse il canale di 14 Km, scavato nella roccia nel 1950, che da Place Moulin porta l'acqua all'invaso di By e da qui, con le condotte forzate, alla centrale di Valpelline. Come mai, proprio sulla base delle previsioni meteorologiche e delle osservazioni sul campo, non si è provveduto a fermare subito la produzione, evitando che si determinassero l'ostruzione del canale di adduzione e i danni agli impianti? Come si pensa di fare, e in quali tempi, per provvedere al ripristino del canale e alla sostituzione dei macchinari danneggiati? Sono domande rimaste per ora senza risposte".
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