"Donne avvicinate con la promessa di
latte e pannolini, altre indotte ad ascoltare il battito del
feto, terrorismo psicologico per dissuadere da una scelta
sofferta e dolorosa. Succede ad Aosta, lo denunciano tramite il
Centro anti-violenza varie donne che si sono recate nelle
strutture pubbliche per sottoporsi all'interruzione volontaria
della gravidanza. Sono stati ginecologi e operatori poco
accorti? O volontari delle associazioni 'pro-vita', o meglio
anti-abortisti con la bava alla bocca? Va chiarito
immediatamente. Ma l'uso del Pnrr per aprire loro le porte dei
consultori è un'aggressione a tutte le donne. La ministra
Roccella si faccia un esame di coscienza". Lo dichiara in una
nota il vice capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera,
Marco Grimaldi, che ha depositato nelle scorse ore
un'interrogazione al ministro della Salute, per far luce sulla
vicenda.
"È tempo che l'Unione Europea costituisca un meccanismo
finanziario che garantisca l'accesso all'interruzione di
gravidanza, come chiede la campagna My Voice, My Choice, e che
non un euro dei fondi europei vengano gestiti da associazioni
antiabortiste", aggiunge Andrea John Déjanaz, candidato alle
europee nel Nord-ovest per Avs.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA