"Il nuovo codice della strada, insieme a decreti e direttive ministeriali, limita gli autovelox, ostacola i provvedimenti comunali di riduzione della velocità, limita di fatto la costruzione di nuove piste ciclabili e toglie ai Comuni la pianificazione della mobilità sostenibile sui loro territori. Ci associamo alle critiche e alla richiesta al Senato di accogliere le proposte delle associazioni dei familiari delle vittime della strada che hanno sottolineato che mai come questa volta una legge incide letteralmente sulla vita delle persone". Lo scrive, in una nota, la Federazione italiana ambiente e bicicletta "Aosta à Vélo" precisando che "se vanno bene gli articoli sulla stretta all'uso di alcool e droghe, l'uso del telefonino e monopattini, la nuova legge è fortemente criticata per non incidere sui limiti di velocità, sul miglioramento della ciclabilità e la tutela delle strade urbane".
"La velocità eccessiva è la principale causa d'incidenti stradali - si legge in una nota - che in Italia hanno un tasso annuo superiore alla media europea. Considerato poi che il 73% degli incidenti avviene in ambito urbano, e che in città l'80% delle vittime è un utente vulnerabile, pedone, ciclista o motociclista, è nelle aree cittadine che si dovrebbe intervenire, sull'esempio di importanti capoluoghi europei, aumentando le zone a 30 km/h nell'ottica di far diventare le città "città 30", progetto che prevede i 30 km/h su tutto il territorio urbano lasciando solo gli assi di scorrimento a 50 km/h".
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