"Cva intende procedere, nei prossimi cinque anni, ad una differenziazione tecnologica e geografica. Attualmente l'idroelettrico rappresenta l'81% della potenza installata, tale percentuale al 2027 scenderà al 48% e la maggiore potenza sarà rappresenta da fotovoltaico, agrivoltaico e eolico con il 52% . Tale modificazione impiantistica è indispensabile per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici e alla progressiva diminuzione della quantità di acqua. Quello che però sorprende è che l'ampliamento di potenza nel fotovoltaico e eolico avverrà fuori dalla Valle d'Aosta.
Questa diversificazione geografica non può essere accettata ed è in contrasto con le finalità istitutive di Cva". Lo scrivono in una nota le associazioni ambientaliste valdostane (Legambiente, Valle Virtuosa, Giù le mani dalle acque e da Cva, Attac) all'indomani della partecipazione ai lavori della quarta commissione regionale sul Piano Strategico-Industriale 2023-2027 di Cva.
"Abbiamo inoltre rilevato che mentre la legge istitutiva di Cva indicava come base di tutta l'operazione la realizzazione del Piano energetico regionale - prosegue la nota - ora il Piano Cva ignora totalmente il Pear che la Regione ha predisposto e che è all'esame del Consiglio regionale. Non c'è una connessione fra i due documenti, sembrano scritti da due entità completamente diverse che non si parlano fra di loro. Eppure Cva è società controllata da Finaosta e Finaosta ha al suo interno il Coa che ha partecipato alla redazione del Pear".
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