Per il capogruppo regionale della
Lega e presidente Commissione agricoltura e attività produttive,
Valerio Mancini, "è di straordinaria importanza, e non solo dal
punto di vista economico, il riconoscimento delle autorità Usa
dell'assenza della malattia vescicolare nei suini del nostro
territorio regionale creando così la possibilità di esportare i
nostri prodotti in un mercato di grandissima rilevanza come
quello statunitense".
"Ricordo di aver iniziato personalmente questa battaglia nel
2020 - spiega Mancini in una nota - a seguito di un'accorata
segnalazione dell'amministratore delegato del gruppo Alimentare
Valtiberino, di Citerna, Cristiano Ludovici. Problematica che fu
rimarcata anche alle precedenti Amministrazioni regionali senza
però avere risposte e soluzione in merito. Ho quindi
immediatamente condiviso il problema con l'assessore Michele
Fioroni e quindi con la presidente Donatella Tesei ed insieme
abbiamo provveduto a portare l'istanza sui tavoli ministeriali.
Oggi possiamo dire, con grande soddisfazione, di essere riusciti
a risolvere un'annosa, importante, questione. Alla luce di
questo eccellente risultato diventa ancor più importante la
tutela della salute dei suini rimanendo, come lo è oggi,
territorio libero dalla peste suina, garantito dal sistema
sanitario e venatorio della nostra regione. Quindi, in ambito
venatorio, come la Lega ha sempre evidenziato, è necessario
eradicare la specie cinghiale riportando i capi ad un numero
congruo al fine di scongiurare i pericoli della peste suina a
garanzia della salute, dell'incolumità pubblica,
dell'agricoltura e dell'economia".
In conclusione, Mancini, condividendo la soddisfazione
espressa dal presidente del Consorzio del prosciutto di Norcia
Igp, Pietro Bellini il quale, grazie a questo provvedimento,
prevede "un aumento immediato della produzione del 20 per cento
e che dovrebbe valere un giro di affari di oltre 10 milioni di
euro", tiene a precisare come "ancora una volta il Gruppo
regionale della Lega, che ho l'onore di presiedere e che
ringrazio, ha dimostrato la sua fortissima vicinanza al sistema
agro-alimentare umbro". "Oggi - conclude - aziende della
Valnerina, quanto dell'Altotevere e di altri territori umbri
hanno la possibilità di poter programmare un ampliamento
aziendale che significherebbe, insieme ad un maggiore fatturato,
anche un importante incremento dei livelli occupazionali".
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