L'Umbria statisticamente rimane
una regione ad alto tasso di suicidi in carcere nel rapporto fra
detenuti e numero di episodi di autolesionismo. Negli ultimi 12
mesi nelle strutture cinque persone si sono tolte la vita,
quattro a Terni. Per questo Giuseppe Caforio, Garante dei
detenuti per la Regione Umbria, aderendo a un'iniziativa
nazionale rilancia l'appello con il quale il presidente della
Repubblica ha invitato la politica ad "adottare con urgenza
misure immediate per allentare il clima di tensione che si
respira nelle carceri, causato principalmente dal
sovraffollamento, dalla carenza del personale e
dall'inefficienza dell'assistenza sanitaria intramuraria".
"Con grande preoccupazione - afferma Caforio -, constatiamo,
ancora una volta, la sostanziale indifferenza della politica
rispetto all'acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti,
rispetto al peggioramento delle condizioni di vivibilità delle
nostre carceri che, lungi dal consentire quell'inveramento del
volto costituzionale della pena, continuano a tradire i basilari
principi costituzionali, europei ed internazionali, su cui regge
lo stato di diritto e a umiliare continuamente la dignità umana
delle persone ristrette. Per la Conferenza nazionale dei Garanti
territoriali delle persone private della libertà è
indispensabile che il legislatore individui, immediatamente
misure, anche temporanee, volte ad alleggerire la tensione sulla
popolazione carceraria.
È fondamentale, poi, far sì che il carcere cessi di essere quel
luogo di 'desertificazione affettiva'. Siamo convinti che gli
Istituti penitenziari
comprenderanno il valore di questa novità, per il lavoro che
fanno quotidianamente nel costruire percorsi risocializzanti.
Così come siamo altrettanto convinti che la Magistratura di
sorveglianza non attenderà che qualcun altro risolva il
problema, perché la Corte costituzionale ha delegato anche loro
nella risoluzione di questa problematica. È essenziale, inoltre,
aumentare le telefonate, perché questo rappresenta un ulteriore
modo per tutelare l'intimità degli affetti dei detenuti e
allentare il clima di tensione che si respira nelle diverse
sezioni degli Istituti italiani. La politica poi deve farsi
carico in modo più mirato dei problemi legati al crescente
disagio psichico
negli Istituti penitenziari. Così come attenzione specifica deve
essere rivolta alla condizione alle persone affette da disagi
psichici gravi. Altrettanta attenzione, infine, va riservata ai
tanti detenuti, affetti da grave disagio psichico o da infermità
psichica sopravvenuta, si trovano a scontare la pena in sezioni
comuni e non in articolazioni psichiatriche o in misura di
detenzione domiciliare cd. in deroga".
Secondo Caforio, poi, "i suicidi sono sia il prodotto della
lontananza della politica e della società civile dal carcere sia
della mancanza di figure sociosanitarie e di ascolto negli
Istituti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA