"In questo tempo in cui
sembriamo abituarci alle guerre, smarrendo la speranza nel buio
della violenza, la luce della fiaccola di Santa Rita ci desta
per ricordarci che oggi la pace ha tanti nomi, quelli di chi non
accetta di vivere nell'odio, e nel quotidiano fa sì che essa sia
la norma e non l'eccezione. Da Enna questo fuoco sacro raggiunga
nella preghiera ogni popolo in conflitto, a partire da Ucraina e
Terra Santa, per smuovere le coscienze di chi può porre subito
fine alle ostilità e per riscaldare i cuori di quanti ne sono
vittime": così suor Maria Rosa Bernardinis, madre priora del
Monastero Santa Rita da Cascia commenta dall'Umbria l'accensione
della fiaccola della pace e del perdono, simbolo dei
festeggiamenti di maggio della patrona dei casi impossibili,
avvenuta sabato sera a Enna, nel Duomo Maria Santissima della
Visitazione.
La città siciliana è stata scelta per il gemellaggio di
fede e pace, che ogni anno Cascia stringe con una località, per
amplificare il messaggio e i valori della santa. La fiaccola,
che la notte del 21 maggio tornerà a Cascia per dare vita alla
Festa di Santa Rita, ha suggellato l'unione con Enna, dove la
delegazione casciana si è recata in visita.
"La Fiaccola ci dice che Santa Rita opera per la
riconciliazione in tante comunità, che accolgono ogni anno la
sua luce e nel cuore il suo esempio, per essere con lei e con
Dio impronte di pace", ha evidenziato il rettore della Basilica
di Santa Rita, padre Mario De Santis.
"Attraverso il gemellaggio con Enna - ha detto il sindaco
di Cascia Mario De Carolis - viene rinnovato un messaggio molto
importante e purtroppo attuale, che porta in sé l'accensione
della Fiaccola della pace e del perdono. Un messaggio che dal
1958 si ripete in tante parti del mondo, fino ad arrivare a
Enna, dove c'è forte devozione verso Santa Rita, anche grazie al
legame con la Pia Unione".
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