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Covid non blocca ricerca su malattie cardiovascolari

Covid non blocca ricerca su malattie cardiovascolari

Pubblicato studio Gresele e Del Penti, dell'ospedale di Perugia

PERUGIA, 17 novembre 2020, 16:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Crediamo sia necessario rassicurare i cittadini che anche durante la pandemia la ricerca e la assistenza ai malati non Covid 19 va avanti" : così il professor Paolo Gresele e il dottor Maurizio Del Pinto, in servizio presso le strutture di Medicina interna e cardiovascolare e di cardiologia dell'azienda ospedaliera di Perugia.
    Uno studio dei due professionisti è stato pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Cardiology e riguarda la relazione tra la malattia coronarica con infarto acuto del miocardio e la malattia aterosclerotica periferica. La ricerca Start Antiplatetelt - spiega una nota dell'ospedale - dimostra come i pazienti che si presentano in ospedale per infarto acuto del miocardio siano esposti a rischi enormemente maggiori se portatori di patologia aterosclerotica periferica.
    "Abbiamo osservato - sottolinea il dottor Del Pinto - che tali rischi raddoppiano rispetto agli altri pazienti, sia per mortalità che per nuovi eventi vascolari gravi. In più - aggiunge - gli eventi avversi si sostanziano in tempi molto più brevi rispetto agli altri non affetti da patologia periferica".
    Altra peculiarità messa in evidenza dalla ricerca - prosegue la nota - é quella che ai pazienti più gravi degli altri, vengono somministrati trattamenti medici meno aggressivi, anche con terapie ben codificate come uso di statine e di duplice terapia antiaggregante. Da ultimo, i due ricercatori hanno evidenziato come la patologia aterosclerotica periferica, se ben ricercata e diagnosticata con la misurazione dell'Abi (indice pressorio arto inferiore-braccio), è presente in quasi il 20% dei pazienti con infarto acuto del miocardio. " Una percentuale - osserva il prof. Gresele - ben più alta di quanto riportato generalmente in ambito clinico e che lo studio evidenzia in maniera chiara".
    Lo studio ha anche rafforzato la capacità di esperti di discipline diverse - cardiologi, internisti vascolari e chirurghi vascolari - di unire competenze ed esperienza per realizzare progetti di ricerca che rafforzano l'intesa tra professionisti dell'azienda ospedaliera e la facoltà di Medicina della Università di Perugia.
   

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