Sono più di un migliaio i
lavoratori trentini della sanità privata che attendono il
rinnovo del contratto nazionale da più di sei anni. Lavoratori
che scenderanno in piazza lunedì 23 settembre, come i colleghi
delle altre regioni e province autonome italiane, per un
presidio sotto la sede di Confindustria Trento dalle 10 alle 13.
Lo sciopero - si legge in una nota - è stato indetto a
livello nazionale in modo unitario da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil
sanità. In Trentino sono coinvolti i dipendenti degli ospedali
San Pancrazio e San Camillo, delle case di cura Eremo, Villa
Regina, Villa Bianca, Solatrix, della Cooperativa Villa Maria e
del Centro Franca Martini. A livello nazionale il contratto è
fermo perché le associazioni datoriali, Aiop e Aris, attendono
la copertura delle risorse contrattuali da parte di Stato,
Regioni e Province autonome.
"Sosteniamo convintamente la necessità di rafforzare la
sanità pubblica e fermare la deriva privatistica come sta
avvenendo anche in Trentino, per preservare il patrimonio di
competenze e professionalità degli operatori del comparto
pubblico e l'universalità del diritto alla salute. Allo stesso
tempo siamo in campo per tutelare l'impegno e le professionalità
dei dipendenti delle strutture private, senza i quali la sanità
trentina sarebbe ancora di più in difficoltà", sottolinea il
segretario generale di Fp Cgil Luigi Diaspro insieme a Marco
Conto e a Marco Mossolin, che seguono il settore. "Il loro
apporto - aggiunge - è stato indipensabile durante il Covid
quando le strutture pubbliche erano sull'orlo del baratro e lo è
anche oggi con l'aumento dei bisogni di cura e le liste d'attesa
in grave affanno. Eppure, nonostante il percorso di
omogeneizzazione iniziato con l'ultima tornata contrattuale, le
loro buste paga sono generalmente più basse di quelle dei
colleghi che operano nelle strutture pubbliche".
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