A partire da inizio agosto sono in
piena attività le cinque Centrali operative territoriali (Cot)
allestite in Trentino dall'Azienda provinciale per i servizi
sanitari sulla base delle direttive nazionali e grazie ai
finanziamenti del Pnrr. Le centrali, presentate in conferenza
stampa, non sono dei punti di accesso per i cittadini, ma
rappresentano degli snodi di coordinamento e di connessione tra
i centri ospedalieri e i servizi territoriali.
"Lo scorso 3 agosto abbiamo ottenuto da un organismo terzo la
documentazione che certifica il pieno adempimento agli obblighi
ministeriali e permette l'accesso ai finanziamenti", ha spiegato
il direttore dell'azienda sanitaria, Antonio Ferro.
Le Cot sono state allestite nei principali centri urbani de
trentini (Trento, Rovereto, Riva del Garda, Pergine e Cles),
grazie a un finanziamento pubblico di circa 800mila euro, di cui
350mila euro solo di costi per i servizi informatici.
Complessivamente, ci lavorano una settantina di persone, di cui
la maggior parte personale infermieristico e una ventina di
impiegati amministrativi. Dal punto di vista pratico, le
centrali, basandosi su 13 nuclei di erogazione dei servizi di
prossimità, garantiscono la fase di transizione dei pazienti
dalla fase acuta a quella post-acuta, favorendo la cura
domiciliare attraverso l'attivazione dei servizi territoriali e
l'attivazione della rete di assistenza.
Nell'ambito di un monitoraggio svolto tra il 1/o aprile e il
30 giugno scorsi, le cinque Cot hanno gestito 339 processi, di
cui 180 per la degenza riabilitativa, 89 per lungodegenza, 48 di
cure intermedie e 22 per hospice. Su base annuale si stima la
presa in carico di oltre 1.300 processi. Solo per quanto
riguarda i servizi di cura, sono state registrate 1.494
attivazioni nel periodo in esame, con una stima di seimila su
base annua.
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