"Il turismo in Alto Adige sta
raggiungendo i propri limiti ecologici e sociali". Lo afferma
l'Istituto promozione lavoratori che, nello "Zoom Ipl", esamina
le condizioni di lavoro nel settore alloggio e ristorazione
altoatesino e ne ricava cinque indicazioni che "saranno decisive
per il futuro di questo comparto".
La prima è la limitazione della capacità ricettiva che
"sarebbe una misura efficace, ma le lacune della legislazione
attuale, come le esenzioni per gli 'agriturismi' o Airbnb,
compromettono questi sforzi". L'Ipl cita un sondaggio del 2019
secondo cui "il 70% dei lavoratori dipendenti in Alto Adige è
favorevole a un tetto massimo di posti letto. Un aumento della
tassa di soggiorno, inoltre, è essenziale per compensare gli
effetti negativi del turismo".
Inoltre, l'Alto Adige dovrebbe cercare di livellare il numero
di ospiti durante l'anno, anche per stabilizzare il mercato del
lavoro. L'obiettivo non è "aumentare a dismisura i flussi
turistici", ma "distribuire (attraverso un limite massimo a
posti letto) un numero accettabile di turisti nel corso di tutto
l'anno".
Un altro obiettivo è quello di trattenere nel settore i
professionisti formati nel settore dell'ospitalità, evitando che
migrino verso altri comparti. Una settimana lavorativa di cinque
giorni e un maggior numero di posti di lavoro a tempo
indeterminato, realizzabili attraverso una banca ore annuale,
infine, "porterebbero ulteriore stabilità".
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