Nella falda acquifera sottostante
lo scalo ex Filzi, interessata dai lavori per la
circonvallazione ferroviaria di Trento, è stata rilevata "la
presenza di contaminanti organici in alcuni punti, anche se
spesso con valori oscillanti in relazione all'influenza
determinata da diversi fattori, tra i quali ad esempio la
variazione del livello di falda o la piovosità". È quanto si
legge - riporta Il T quotidiano - nelle conclusioni dell'Agenzia
provinciale per la protezione dell'ambiente (Appa) a proposito
del monitoraggio dell'area su cui dovrebbe sorgere la galleria
di accesso nord del bypass ferroviario di Trento.
Le acque di falda sono state monitorate, tra dicembre 2023 e
aprile 2024, in contraddittorio con tra Rete ferroviaria
italiana (Rfi) e Consorzio Tridentum, vincitore dell'appalto del
valore complessivo di 1,3 miliardi di euro. Attualmente i lavori
sono stati avviati solo per l'imbocco della galleria a sud della
città.
Le analisi di Appa all'intero dell'ex scalo sono state
effettuate mediante sei piezometri, con l'individuazione di un
ampio spettro di parametri. Stando a quanto riporta il
quotidiano, nel piezometro 6, nella zona più a nord dell'area,
l'acenaftene supera di quasi volte i limiti di rischio indicati
dall'Istituto superiore di sanità (pari a 5 microgrammi al
litro). Anche nel piezometro a sud, a dicembre, sono stati
registrati valori superiori ai limiti per diversi idrocarburi
policiclici aromatici, tra cui il Benzo(a)pirene, il
Benzo(g,h,i)pirene (poi rientrati nei limiti ad aprile) e il
Benzo(k)antracene.
Appa ha segnalato dei superamenti dei limiti variabili anche
nel caso di elementi presenti per le condizioni naturali delle
acque e della geologia locale.
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