Con il valore di 1,35 miliardi di
euro, nel primo trimestre del 2024 le vendite trentine
all'estero hanno registrato una contrazione (-3,1%) rispetto
allo stesso periodo dell'anno precedente, con una performance in
linea con quelle del Nord Est (-2,4%) e dell'Italia nel suo
complesso (-2,8%), ma decisamente inferiore rispetto al dato del
vicino Alto Adige (+9,6%). Lo dicono i i dati Istat elaborati
dall'Ufficio studi e ricerche della camera di commercio di
Trento.
Le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti
del manifatturo (più del 94%). La quota maggiore è da attribuire
ai "macchinari ed apparecchi" (20,6%), seguono i "prodotti
alimentari e bevande" (16,9%), i "mezzi di trasporto" (13,5%), i
"prodotti in legno, carta e stampa" (9,9%) e le "sostanze e i
prodotti chimici" (7,6%). Complessivamente, questi cinque
settori rappresentano oltre il 68% delle esportazioni
provinciali.
Tra le categorie merceologiche, nel primo trimestre le vendite
all'estero di "prodotti in legno, carta e stampa" hanno
evidenziato un aumento superiore ai 16 milioni di euro rispetto
allo stesso periodo del 2023; performance negative per "prodotti
in metallo" (-17,2 milioni) e "mezzi di trasporto" (-16
milioni).
Sul fronte delle importazioni è stata invece rilevata una
maggiore contrazione: -7,9% su un valore complessivo di merci
importate pari a 920 milioni di euro. Le principali quote di
merci importate riguardano principalmente i "mezzi di
trasporto", con il 21,7%, seguiti da "legno, prodotti in legno,
carta e stampa" (12,9%) e "prodotti alimentari, bevande e
tabacco" (10,7%). L'Unione europea ha assorbito il 60% delle
esportazioni e dalla medesima zona è derivato il 78,5% delle
importazioni. Al primo posto per valore di export la Germania,
che raggiunge i 223 milioni di euro, il 16,5% delle vendite sui
mercati internazionali. A grande distanza gli Usa con circa 159
milioni di euro (11,8% delle esportazioni complessive), la
Francia con 140 milioni di euro (10,4%) e il Regno Unito con 107
milioni di euro (8%). In un trimestre in cui il valore
dell'import mostra una sensibile battuta d'arresto, emerge, in
controtendenza il significativo aumento (+18%) delle
importazioni dalla Francia.
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