"Per quanto riguarda i fatti in
Israele e Palestina - dove io sono stato, come anche in Egitto -
è che tutti devono rispettare la legge. Posso dire che stiamo
investigando sia rispetto alle azioni avvenute il 7 ottobre 2023
che rispetto a quanto si sta verificando a Gaza". Lo ha detto
Karim Kahn, procuratore capo della Corte penale internazionale
all'Aia, ospite dell'Accademia di Merano, in Alto Adige, per un
convegno dedicato al tema della giustizia in tempo di guerra.
Inevitabili i riferimenti a Putin, all'Ucraina e alla crisi
israelo-palestinese.
"Penso che non si dovrebbe sottostimare la legge, io non
sono pessimista riguardo alle possibilità che abbiamo. È
difficile ma ciascuno deve fare la propria parte, noi come Corte
penale internazionale e gli Stati per la parte che compete a
loro. Ciò che è sicuro è che non può esserci soluzione senza la
legge", ha detto Kahn, noto anche per aver spiccato un mandato
di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin.
Il procuratore ha aggiunto che la "deterrenza è nozione
controversa a livello nazionale ma anche internazionale. La
certezza del diritto può essere però un deterrente ed è per
questo che la Corte internazionale deve fare attenzione ad
applicare la stessa misura in ogni caso. Noi dobbiamo essere
indipendenti da amicizie, influenze politiche ed altro e partire
dal concetto che è un crimine commettere determinate azioni e
non dobbiamo fermarci alla mera retorica ma agire in modo tale
che questi crimini siano sradicati".
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