"L'obbligo dell'indicazione
d'origine va reso obbligatorio in tutti gli stati membri Ue, in
modo che i consumatori abbiano, ovunque, evidenza compiuta di
quello che acquistano. E contestualmente, va fatto valere il
principio di reciprocità: ovvero, le regole imposte alle imprese
agricole italiane devono valere ogni volta che viene importato
un prodotto straniero. Altrimenti si tratta di concorrenza
sleale, che si traduce in mancanza di reddito economico per i
nostri agricoltori e mette a rischio l'incalcolabile valore e
ruolo della nostra biodiversità agroalimentare". Così il
presidente di Coldiretti Ettore Prandini all'ANSA, mentre al
Brennero prosegue il presidio della confederazione agricola che
ha già smascherato ingenti quantitativi di materie prime
straniere pronte per essere trasformate in Italia.
Così, tra cosce di prosciutto in arrivo dal centro Europa e
dirette in Friuli, 22.000 kg di cagliate tedesche dirette nel
Beneventano, grano tenero straniero destinato alla provincia di
Como o uva indiana diretta in Puglia, l'organizzazione agricola
evidenzia l'urgenza di un cambio di rotta. "E' una battaglia che
facciamo sia per l'Italia che per gli altri stati membri e da
qui parte la nostra raccolta firme che ha, appunto, un riflesso
non solo nazionale e va a tutela di tutti i cittadini
consumatori. Le istituzioni europee non possono costantemente
posticipare scelte che vanno a favore di chi specula ma che non
tutelano chi vuole trasparenza sui mercati".
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