Il numero di beneficiari dei
congedi parentali da parte dei padri sono in aumento e
confermano una crescente consapevolezza dell'importanza di una
genitorialità maggiormente condivisa. Tuttavia, il contributo
provinciale previsto per chi si assenta per più di due mesi vede
un calo delle richieste, segno che l'astensione dal lavoro dei
padri per periodi prolungati non decolla. Questo è quanto emerge
dagli ultimi dati sul congedo parentale paterno in Trentino-Alto
Adige, resi noti dall'Istituto Promozione Lavoratori (Ipl) in
occasione della Festa del papà.
I dati pre-pandemia mostravano una lenta ma costante crescita
dei padri che usufruiscono di un'aspettativa facoltativa dal
lavoro. La prolungata chiusura delle scuole e dei servizi
all'infanzia nella primavera 2020 e le riaperture a singhiozzo
del 2021 hanno fatto intravedere la diffusione nel post-Covid di
un maggiore ricorso ai congedi dei padri rispetto al passato.
Nel 2022 sono stati quasi 5.000 i padri lavoratori dipendenti
del settore privato e residenti in Trentino-Alto Adige che hanno
usufruito del congedo obbligatorio di paternità, un numero in
netto aumento rispetto agli anni passati.
Nel 2023 i beneficiari dell'Assegno provinciale al nucleo
familiare + sono stati 70, distribuiti su tutte le fasce d'età
con una maggiore concentrazione nella fascia 30-34 anni.
L'importo erogato risulta ammontare per lo più a 800 euro per
persona, il che corrisponde esattamente a due mensilità.
"Come Giunta provinciale siamo consapevoli dell'importante
segnale lanciato dalla promozione del congedo di paternità,
perché le pari opportunità e una migliore riconciliazione
richiedono anche un maggiore coinvolgimento dei padri nel lavoro
di cura", così l'assessora al sociale Magdalena Amhof.
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